Putin, nel discorso di fine anno, andato in onda sull’emittente di stato russa, ha dichiarato di essere disposto ad incontrare Trump per iniziare un negoziato che possa portare alla pace in Ucraina. Questo è stato interpretato come un segnale di apertura nei confronti di un accordo di tregua, anche se in realtà, in molti altri passaggi del suo messaggio, il presidente Russo ha messo in evidenza alcune questioni che sembrerebbero ostacolare un processo di dialogo.
Soprattutto sulla possibilità di avviare un confronto diretto con Kiev, il capo del Cremlino ha affermato che “Questo sarà possibile soltanto dopo che Zelensky avrà vinto le elezioni in Ucraina“, una condizione sulla quale la Russia sta spingendo proprio per evidenziare l’illegittimità del ruolo del leader ucraino, che resta governo anche se il suo mandato è ormai scaduto nell’impossibilità di svolgere le operazioni di voto regolari perchè è ancora in vigore la legge marziale. Un altro vincolo, che Putin ha poi posto, come condizione fondamentale per la fine della guerra è il raggiungimento degli obiettivi, senza concedere neanche un centimetro di territorio all’Ucraina.
Putin: “Soldati che combattono a Kursk sono eroi, riconquisteremo la regione ma non posso anticipare una data”
Putin ha continuato ad attaccare l’Ucraina anche nel suo discorso di fine anno, nel quale nonostante l’apertura al dialogo con Trump, ha sottolineato più volte che la Russia non concederà territori e non sarà disposta a fermare la guerra fino a quando non avrà raggiunto l’ultimo obiettivo. Tra questi, come ha confermato il presidente c’è la riconquista del Kursk, regione nella quale sono stati lanciati i maggiori attacchi da parte di Kiev da agosto, una offensiva che che l’esercito russo sta cercando di respingere da agosto, anche se, come dichiarato del presidente: “Non è possibile ancora stabilire la data entro la quale potremo riconquistare l’intera regione“.
Parlando proprio di questo argomento, durante la maratona televisiva Putin ha anche mostrato la bandiera della brigata di fanteria impegnata a Kursk, definendo i soldati che stanno attualmente combattendo come “Eroi nazionali“. In numerosi altri passaggi del messaggio alla nazione Putin ha ridotto al minimo la possibilità di un accordo diretto con Zelensky, dichiarando anche la legittimità dell’invasione compiuta nel 2022, e specificando che “Probabilmente andava fatta prima”, riferendosi all’operazione compiuta in Crimea nel 2014.