Il Ppe, Partito popolare europeo, ha invitato i ministri degli Affari esteri riuniti oggi a Bruxelles a dichiarare ufficialmente che Vladimir Putin non è il presidente legittimo della Russia in quanto le cosiddette elezioni presidenziali sarebbero prive di legittimità. La richiesta è arrivata all’Eurocamera in una nota indirizzata ai ministri degli esteri giunti a Bruxelles per il consiglio affari esteri. “Vladimir Putin non può essere considerato il leader del suo Paese. Putin non è un presidente e questo voto non è stata un’elezione” ha affermato Rasa Juknevičienė, vicepresidente del gruppo e responsabile per gli affari esteri del Ppe oltre che eurodeputata lituana.



Juknevičienė ha aggiunto: “I rappresentanti dei media di tutto il mondo dovrebbero anche essere consapevoli che riferire sui risultati del voto, sull’elevata affluenza alle urne o sugli exit poll non fa altro che diffondere le bugie del Cremlino”. L’eurodeputato popolare Andrius Kubilius ha rincarato la dose, come riporta l’Ansa: “Discutere della legittimità di Putin è come discutere della legittimità di un boss mafioso. C’è solo una alternativa per la Russia: o uno Stato senza elezioni e senza un presidente legittimo oppure una Russia senza Putin. D’ora in poi potremo chiamare Putin in molti modi: dittatore, criminale di guerra, boss mafioso del Cremlino, ma non possiamo chiamarlo presidente”.



Ppe contro Salvini: “Si vergognerà delle parole su Putin”

Il Ppe si è schierato anche contro le parole di Matteo Salvini che ieri aveva affermato: “Le elezioni fanno sempre bene e quando un popolo vota ha sempre ragione“. Le parole, dopo la vittoria elettorale di Vladimir Putin in Russia, hanno fatto scalpore tanto che Antonio Tajani ha provato subito a prendere in mano la situazione: “La politica estera la fa il ministro degli Esteri” ha replicato al termine del Consiglio Esteri a Bruxelles. Rasa Juknevičienė, però, non ha apprezzato le parole del ministro italiano e su X ha scritto: “I leader uccisi dell’opposizione ora non possono spiegare a Matteo Salvini perché hanno perso. Ma la storia risponderà, come ha fatto, con la caduta di tutti i dittatori. E poi, ministro Salvini, lei si vergognerà di queste parole sulla vittoria di Putin”.



L’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell, invece, ha affermato che “la scioccante morte di Navalny nel periodo precedente alle elezioni è un altro segno dell’accelerazione e della sistematica repressione” e che “le elezioni si sono svolte in uno spazio politico sempre più ristretto, che ha provocato un aumento allarmante delle violazioni dei diritti civili e politici, ha impedito la candidatura di molti candidati, compresi tutti quelli contrari alla guerra illegale di aggressione della Russia, e ha privato gli elettori russi di una possibilità scelta reale e limitavano fortemente il loro accesso a informazioni accurate”.