L’arresto di Vladimir Putin in Sud Africa, nel caso in cui lo stesso presidente della federazione russa decidesse di partecipare al vertice dei Brics in programma Johannesburg il mese prossimo, sarebbe come una dichiarazione di guerra contro la stessa Russia. A dichiararlo nelle scorse ore è stato niente di meno che il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, attraverso una deposizione scritta che è stata inviata al tribunale, dopo che l’Alleanza Democratica, il principale partito di opposizione, aveva intentato un ricorso chiedendo al governo di arrestare appunto Putin: “La Russia ha chiarito che arrestare il presidente in carica sarebbe una dichiarazione di guerra. Sarebbe incoerente con la nostra Costituzione rischiare di entrare in guerra con la Russia”, ha spiegato Ramaphosa.



Non va dimenticato che nei confronti di Vladimir Putin è stato emesso un mandato d’arresto internazionale per crimini di guerra da parte della Cpi, ma ciò nonostante il presidente russo è atteso nella capitale sudafricana per il vertice a cui parteciperanno anche Brasile, Russia, India, Cina e che si terrà a fine agosto. Il mandato di arresto da parte della Cpi era stato emesso lo scorso marzo, dopo l’invasione dell’Ucraina iniziata a febbraio di un anno fa, e tale mandato obbligherebbe in linea teorica le autorità del Sudafrica, che sono firmatarie dello Statuto di Roma, ad arrestare Putin qualora lo stesso mettesse piede sul loro territorio.



PUTIN NON VERRA’ ARRESTATO IN SUD AFRICA: LE CRITICHE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI PANDOR

Pochi giorni dopo il mandato, Naledi Pandor, ministra degli esteri del Sud Africa, aveva comunque dichiarato che il suo governo avrebbe consultato Mosca prima di intraprendere un’azione così drastica, e nel contempo le forze armate locali avevano chiarito che non avrebbero arrestato il presidente russo.

“Il Sudafrica dovrà esaminare le disposizioni esistenti della nostra legislazione e dovremo anche discutere come gabinetto e con i nostri colleghi della Federazione Russa per determinare la via da seguire”, aveva spiegato proprio Pandor, aggiungendo che la sua nazione era preoccupata per i “doppi standard” che a suo modo di vedere avrebbe la corte internazionale nei confronti di alcuni leader a discapito di altri.