Per Vladimir Putin gli autori dell’esplosione del ponte di Kerch, in Crimea, sono «i servizi speciali dell’Ucraina». Il presidente della Russia lo ha definito «un atto di terrorismo» con il quale le forze di intelligence ucraine hanno voluto distruggere un pezzo di infrastruttura civile di importanza critica per Mosca. Ne ha parlato in un incontro con Alexander Bastrykin, capo del Comitato investigativo della Russia. «Non c’è dubbio che si tratti di un atto terroristico volto a distruggere le infrastrutture civili critiche della Russia. I suoi autori, esecutori e beneficiari sono i servizi di sicurezza dell’Ucraina», ha dichiarato Putin. Invece Bastrykin ha spiegato che cittadini russi e di alcuni Stati stranieri avrebbero contribuito a preparare l’attacco. Infatti, il camion che è esploso avrebbe attraversato Bulgaria, Georgia, Armenia, Ossezia del Nord e Territorio di Krasnodar.



Un consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha respinto le accuse di Putin: ha scritto che c’è «un solo Stato terrorista» e «tutto il mondo sa chi è. Putin accusa l’Ucraina di terrorismo? Sembra troppo cinico anche per la Russia». Ma non è solo la Russia a sostenere che ci siano i servizi di intelligence ucraini abbiano orchestrato l’esplosione del ponte di Kerch in Crimea. Lo riporta anche il New York Times, citando un funzionario di Kiev. Indiscrezioni simili sono state raccolte dal Washington Post, che cita invece fonti del governo di Kiev.



ESPLOSIONE PONTE CRIMEA, RUSSIA MEDITA VENDETTA

Intanto l’attentato di sabato al ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea ha scatenato un coro di appelli tra i personaggi pubblici russi più influenti ad una immediata rappresaglia contro l’Ucraina. Secondo gli analisti, per i falchi del Cremlino quello al ponte di Kerch è un affronto simbolico e un danno materiale che non possono restare impuniti. Quindi, alla vigilia della riunione del Consiglio di sicurezza convocata da Vladimir Putin, i dubbi non riguardano l’eventualità di una reazione della Russia, ma le tempistiche e proporzioni. Nel mirino potrebbe finire un’infrastruttura strategica ucraina: potrebbero essere colpite anche fonti di riscaldamento in vista dell’inverno o porti e stazioni ferroviarie.



L’alternativa è rappresentata dai simboli, come centri del potere, palazzi e monumenti. Il giornalista Vladimir Solovyov, sanzionato dalle per attività di propaganda e apparso in tv anche in Italia, su Telegram esorta a distruggere le infrastrutture ucraine: «È tempo di rispondere. Con tutti i mezzi a disposizione. L’Ucraina deve essere immersa in tempi bui». La reazione, però, potrebbe non essere immediata, così da allontanare i sospetti di un’operazione dei servizi russi come pretesto per attaccare poi le infrastrutture civili ucraine. Sarebbe una mossa prudente per legitimmarsi davanti agli alleati, come Cina e India, insofferenti per il perdurare della guerra.