Putin resterà al potere fino al 2036 dopo aver vinto il referendum sulle riforme costituzionali. Il 77,92 per cento dei votanti ha sostenuto la riforma costituzionale di Putin e il 21,27 per cento ha votato contro. Per il Cremlino di è trattato di un vero e proprio “trionfo” con il popolo russo che ha confermato “la sua fiducia nel presidente”. Il presidente intanto ha ringraziato ed ha rinnovato la fiducia del suo popolo verso le istituzioni. Nonostante questo gli esponenti dell’opposizione non hanno alcuna intenzione di cedere, come spiega Repubblica.it. “La nostra campagna è appena iniziata”, hanno spiegato. A parlare l’attivista Galjamina: “Putin vince ancora, ma non inganna più il popolo”. E basta spostarsi nell’ufficio del movimento Njet, No, al quinto piano di un edificio su ulitsa Petrovka per trovare alcuni volantini che recitano: “Putin eterno? No, non lasciarti ingannare”. Al momento però i tentativi di affossare la riforma costituzionale che permetterà a Vladimir Putin (al potere dal 1999) di regnare almeno fino al 2036 sono miseramente falliti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RISULTATI INDICANO FIDUCIA NELLE AUTORITÀ
E’ stato un vero e proprio plebiscito per la riforma della Costituzione che permetterà a Putin di ricandidarsi per altri due mandati. L’idea è piaciuta a quasi il 78% dei russi, percentuali ben superiori a quelle anticipate dai sondaggi svolti alla vigilia del voto. Il Cremlino può festeggiare a gran voce dal momento che secondo gli analisti si sarebbe “accontentato” di un’approvazione tra il 60% e il 70%, inferiore quindi a quelle realmente ottenuta. I risultati del voto sugli emendamenti costituzionali acquisiscono anche un altro significato importante, come ribadisce l’Agenzia Nova, in quanto evidenziano come la maggioranza dei cittadini russi creda nella capacità delle autorità di svolgere al meglio il proprio lavoro. E’ quanto affermato dallo stesso presidente Putin nel corso di una conferenza durante la quale ha anche dichiarato di comprendere i cittadini che hanno votato contro gli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa. A suo dire ci sarebbero ancora diversi problemi irrisolti nel Paese e le persone vanno spesso incontro a ingiustizie insensibilità e indifferenza delle autorità. Lo stesso Putin ha osservato: “Molti vivono molto duramente e con difficoltà”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“GRAZIE PER LA FIDUCIA”
Non hanno tardato ad arrivare i ringraziamenti di Vladimir Putin, presidente della Russia, nei confronti dei cittadini dopo il loro voto sulla riforma costituzionale, approvata – stando ai dati ufficiali – dal 77,92% dei votanti, con un’affluenza alle urne pari quasi al 68%. “Prima che cominciamo a lavorare – ha dichiarato – vorrei rivolgermi ai cittadini russi con parole di ringraziamento. Voglio dire grazie molte per il vostro sostegno e la vostra fiducia”, ha asserito Putin durante una seduta del comitato Pobeda, organo consultivo di stanza presso la presidenza sull’educazione patriottica. Ricordiamo che, grazie all’approvazione della riforma costituzionale, il presidente sovietico avrà la possibilità di candidarsi anche alle elezioni presidenziali in programma nel 2024 e nel 2030, dal momento che è caduto il limite inerente ai due mandati consecutivi per chi ricopre la carica di Capo di Stato. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PUTIN PRESIDENTE FINO AL 2036, LA RABBIA DEGLI OPPOSITORI
Putin potrà rimanere alla guida della Russia fino al 2036, per altri 16 anni. E’ questo quanto stabilito dalla nuova riforma costituzionale passata oggi con risultati schiaccianti, ma che i suoi principali oppositori stanno criticando aspramente. Alexei Navalny, uno dei grandi nemici del presidente russo, ha infatti definito i risultati del referendum costituzionale una “grande bugia”, mentre Golos, organizzazione che si occupa di monitorare le elezioni, ha parlato di processo “manipolato” fin dall’inizio. La stampa estera, come il New York Times, si interroga invece sul perchè Putin abbia indetto un referendum sulle modifiche alla costituzione, visto che le nuove norme erano state già ratificate dal Parlamento russo e dagli organi competenti. «Il referendum non è stato per niente un processo senza significato», scrive proprio sul quotidiano della Grande Mela Andrew Higgins, tenendo conto che Putin ha sempre cercato di governare con il forte appoggio pubblico: «È un teatro – ha aggiunto – ma un teatro molto importante e ben fatto. Il sistema ha bisogno di mettere in scena l’appoggio pubblico anche quando non ce l’ha». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PUTIN PRESIDENTE FINO AL 2036, REFERENDUM RUSSIA CONFERMA RIFORMA COSTITUZIONE
Vladimir Putin potrà rimanere Presidente della Russia fino al 2036: i timori delle opposizioni anti-Cremlino sono stati “confermati” con la vittoria schiacciante del referendum sulla riforma costituzionale previsto già prima dell’emergenza Covid-19 ma semplicemente rimandato per la pandemia. Dopo 30 anni di Costituzione post-Urss targato Boris Eltsin viene “archiviata” da Putin la lunga fase di uscita dal comunismo sovietico: con la riforma voluta dal Governo del Presidente, viene modificata la carta costituzionale (già approvata dal Parlamento) in cui si fa ripartire da zero il conteggio degli incarichi da Capo dello Stato del Presidente. Per questo motivo Putin potrà “aggirare” il limite di 2 mandati presidenziali consecutivi e poter così essere eletto nuovamente nel 2024 e nel 2030, arrivando a mantenere il potere idealmente fino all’età di 84 anni. In un primo momento la riforma costituzionale vedeva una maggior distribuzione di poteri al Parlamento, togliendoli al Cremlino ma dopo questa modifica sui mandati gli oppositori attaccano proprio Putin per voler rafforzare la propria leadership e rimandare la “guerra” tra i suoi luogotenenti sull’eredità politica del Presidente russo.
IL REFERENDUM DI PUTIN
Secondo la “nuova” Costituzione in Russia, il Presidente continuerà a nominare il Premier con la novità che però potrà essere indicato senza elezioni parlamentari se la Duma si opporrà per tre volte alla persona scelta dal Cremlino. I ministri risponderanno direttamente al Capo dello Stato e infine il presidente potrà anche sollevare dai loro incarichi i giudici della Corte Costituzionale e della Corte Suprema. Come poi segnala La Stampa, tra le modifiche inserite nel referendum e votate dalla maggioranza dei cittadini, «il Cremlino si dota di un antidoto contro le sentenze scomode dei tribunali internazionali – compresa la Corte europea dei diritti dell’Uomo – prevedendo che il diritto internazionale non si applichi nel caso in cui la Corte Costituzionale lo reputi in contrasto con la legge russa».
Da ultimo, il matrimonio si conferma solo tra uomo e donna e viene ribadita la “fede in Dio” nella Costituzione esaltando ancora di più la Chiesa ortodossa russa: terzo emendamento “contestato” è quello per cui si proibisce di cedere parti del territorio nazionale, escludendo così che il Cremlino possa restituire la Crimea all’Ucraina. Il sì alle modifiche della Costituzione sono stati il 77,92%, ma per incentivare la gente a votare in periodo di Covid-19 sono stati lanciati programmi di “premi” con voucher da regalare agli elettori per stimolare i consumi con acquisti di beni e servizi fino alla fine 2020.