«Decisione avventata e incosciente: fare vaccinazioni di massa con un vaccino non testato adeguatamente non è etico»: così Francois Balloux sulle pagine di Nature. L’esperto dell’University College di Londra è il primo di una lunga serie di esperti che hanno espresso perplessità sulla celebre rivista scientifica a proposito del primo vaccino Covid registrato in Russia, annunciato da Vladimir Putin. Per Svetlana Zavidova, capo dell’Associazione delle organizzazioni per gli studi clinici in Russia, ha definito «ridicolo dare l’autorizzazione sulla base di questi dati». Una lunga serie di accuse e di critiche che hanno trovato la pronta risposta del Cremlino. Come riporta Adnkronos, il ministro della Salute, Mikhail Murashko, ha definito le polemiche «assolutamente infondate»: «I colleghi stranieri che apparentemente avvertono una certa competenza e i vantaggi competitivi del farmaco russo, cercano di esprimere alcune opinioni che – a nostro parere – sono assolutamente infondate». (Aggiornamento di MB)
VACCINO COVID IN RUSSIA, USA E GERMANIA DUBBIOSI
«Abbiamo il vaccino contro il coronavirus»: questo l’annuncio di ieri – 11 agosto 2020 – del presidente della Russia, Vladimir Putin, e si è subito acceso il dibattito a livello internazionale. Come vi abbiamo raccontato, la comunità scientifica internazionale ha espresso dubbi sulle tempistiche: l’Oms ha messo in risalto la necessità di un test rigoroso, mentre Berlino ha espresso perplessità su «qualità, efficacia e assenza di rischio». Stessa posizione per gli Usa: «Il punto è avere un vaccino sicuro per gli americani e per il mondo, non essere i primi», le parole di Alex Azar, ministro della Salute statunitense.
Intervistato oggi, 12 agosto 2020, da Repubblica, l’immunologo Alberto Mantovani invoca cautela: «Sono quasi 200 allo studio. È utile avere tanti cavalli in corsa. Quattro test sull’uomo hanno pubblicato i risultati: Oxford, due gruppi cinesi e l’americana Moderna. La Russia non ha dati condivisi: impossibile dare un giudizio. Non è così che funziona la scienza». Il direttore scientifico dell’Istituto Humanitas a Rozzano ha poi commentato così l’idea di Putin di fare la prova sulla figlia: «Ho letto che anche Sarah Gilbert, fra i leader del gruppo di Oxford, ha inserito i tre figli nei test. Nel campo dei vaccini c’è una grande tradizione di sperimentazione su sé stessi o i familiari. Si racconta che Jenner abbia usato il primo vaccino sul suo bambino. In realtà era il figlio di una coppia di contadini. Io non avrei problemi a sottopormi a un test». (Aggiornamento di MB)
PUTIN, PRIMO VACCINO IN RUSSIA: IPPOLITO, “DUBBI SU TEMPI”
L’annuncio di Vladimir Putin della registrazione in Russia del primo vaccino contro il coronavirus ha acceso il dibattito. Come vi abbiamo raccontato, l’Oms frena, esattamente come gli esperti italiani. Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato: «Al momento ci troviamo di fronte a una dichiarazione del governo russo ma non abbiamo documenti scientifici per valutare la sperimentazione», le sue parole ai microfoni di Repubblica. Intervistato da Adnkronos, Giuseppe Ippolito ha espresso perplessità sui tempi, considerando che a metà giugno il vaccino russo era stato testato su 38 persone. Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma ha poi acceso i riflettori su un altro fattore: «Un’altra perplessità è legata alla possibilità che la sperimentazione sia stata fatta sui soldati. E se questo fosse vero creerebbe qualche problema etico, perché i militari non possono esimersi dall’accettare la vaccinazione». (Aggiornamento di MB)
PRIMO VACCINO REGISTRATO IN RUSSIA, OMS: “SERVE RIGOROSO TEST”
Il nuovo vaccino anti-Covid che la Russia ha annunciato oggi, per prima al mondo, si chiamerà Sputnik-V: l’evidente riferimento è al primo satellite artificiale terrestre lanciato nello Spazio nel 1957, anche in quel caso per primi davanti a tutti gli altri Paesi «Lo Sputnik-1 ha intensificato la ricerca spaziale in tutto il mondo. Il nuovo vaccino russo contro il Covid-19 ha creato un ‘momento Sputnik’ per la comunità mondiale. Dunque il vaccino è stato chiamato Sputnik V», si legge nel portale già pronto online con tutte le informazioni sul nuovo vaccino. Putin ha sottolineato che la vaccinazione sarà volontaria anche se dalla comunità internazionale arriva la prima voce ufficiale dell’Oms che registra con freddezza l’annuncio del Cremlino: «il vaccino sviluppato in Russia dovrà essere sottoposto a rigorosi esami e valutazioni di tutti i dati richiesti sulla sicurezza e l’efficacia prima di ottenere l’approvazione dell’Organizzazione mondiale della sanità», spiega il portavoce dell’Organizzazione Mondiale Sanità Tarik Jasaveric. Gli scienziati internazionali nutrono dubbi sul fatto che la fase 3 del vaccino – che normalmente vede 6 mesi di controlli su migliaia di persone – ancora deve essere di fatto iniziata dopo la registrazione ufficiale dello Sputnik V.
PUTIN ANNUNCIA IL PRIMO VACCINO ANTI-COVID
Giornata storica in Russia per l’annuncio del Presidente Vladimir Putin rilanciato dai media nazionali sull’emergenza Covid-19: «Stamattina per la prima volta al mondo un vaccino contro la nuova infezione da coronavirus è stato registrato», annuncia il Capo del Cremlino rilanciando come la fase 3 dei test clinici sia in realtà già iniziata la settimana scorsa. Il ministro della Salute Mikhail Murashko ha poi confermato che il vaccino del Russian Microbiology Research Center Gamaleya, come annunciato da Putin, è stato registrato ufficialmente e la prima messa in circolazione dovrebbe avvenire già dal 1 gennaio 2021. È stato Putin stesso ad auspicare la produzione di massa del medicinale nel prossimo futuro, «è molto importante […] So che il vaccino funziona in modo abbastanza efficace, garantisce un’immunità stabile e, ripeto, ha superato tutti i controlli».
DUBBI SCIENZA SULL’ANNUNCIO DELLA RUSSIA
Il Ministro della Sanità russo ha poi spiegato che il vaccino sarà prodotto in 2 sedi distinte – l’istituto di ricerca pubblico Gamaleya e di Binnopharm – e soprattutto sarà somministrato prima ai medici e agli insegnanti, «allo stesso tempo, inizierà la circolazione graduale del vaccino tra la popolazione civile». A corredo dell’annuncio il presidentissimo ha spiegato come tra i primi test effettuati v’è stata anche una delle sue figlie: «Ha preso parte alla sperimentazione. Dopo essere stata vaccinata ha avuto 38 di febbre, il giorno dopo leggermente più di 37, questo è tutto». Non è però tutto rosa e fiori nell’annuncio di Putin sul primo vaccino anti-Covid, con la comunità scientifica che fa filtrare alcuni dubbi sui media internazionali circa la validità della sperimentazione di Mosca: come riporta Tg Com24, «Molti scienziati nel Paese e all’estero sono stati tuttavia scettici, mettendo in dubbio la decisione sulla registrazione dello stesso prima delle sperimentazioni di fase 3 che normalmente durano mesi e coinvolgono migliaia di persone».