Il presidente della Russia Vladimir Putin non è pronto al cessare il fuoco in Ucraina, fermando il conflitto sulla linea del fronte attuale. Dopo l’indiscrezione riportata in esclusiva dalla Reuters, che ha fatto riferimento a quattro fonti russe, è arrivata la smentita di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Non c’è uno scenario di questo tipo al momento, anzi per Putin bisogna partire dagli accordi di Istanbul del marzo 2022. Eppure, lo stesso Peskov, rispondendo a una richiesta di commento di Reuters, aveva dichiarato che Putin aveva chiarito più volte che la Russia è aperta al dialogo pur di raggiungere i suoi obiettivi, riferendo che il Paese è contrario a una «guerra eterna».
Tra le prime reazioni in Europa quella di Olaf Scholz: il cancelliere tedesco aveva risposto che la guerra in Ucraina può finire solo col ritiro delle truppe da parte della Russia, mentre fonti europee avevano fatto sapere che per l’Ue Putin non sarebbe «pronto alla pace». Poi Peskov ha smentito, pur non negando l’ipotesi di una tregua, che però non può esserci tenendo conto dei confini attuali. «Un negoziato per la fine del conflitto in Ucraina è possibile solo sulla base di una bozza d’accordo delineata tra negoziatori russi e ucraini a Istanbul nel marzo del 2022, un mese dopo l’inizio delle ostilità», la precisazione dello stesso Putin. (agg. di Silvana Palazzo)
Putin disposto al cessate il fuoco in Ucraina secondo Reuters
Dopo più di due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – iniziata il 24 febbraio del 2022 – il presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto a trattare un cessate il fuoco con l’Occidente e con Kiev: lo rivela Reuters che ha avuto modo di confrontarsi con cinque diverse fonti vicine al presidente, delle quali quattro hanno confermato l’indiscrezione. Si tratterebbe di un passo avanti importante, soprattutto in un periodo in cui sembra che gli sforzi di Putin si stiano concentrando per aumentare la pressione sull’Ucraina, con attacchi missilistici sempre più frequenti e una lenta conquista dei territori; mentre Kiev fatica a mantenere le linee del fronte con sempre meno militari disponibili e forniture di armi dall’Occidente sempre più sporadiche.
Comunque sia, secondo le quattro fonti di Reuters il congelamento del conflitto è un’alternativa sempre più praticabile, ma la moneta di scambio sono i quattro territori attualmente conquistati dal Cremlino – Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson – ed annessi con il referendum del 2022: secondo una delle fonti il reale obiettivo di Putin fin dall’inizio era quello di ottenere “un corridoio terrestre verso la Crimea“; ma di contro a fronte di un rifiuto a negoziare da parte della stessa Ucraina, oppure dell’Occidente, è altrettanto pronto a “combattere per tutto il tempo necessario“.
Fonti di Reuters negano escalation con la Nato: “Putin preoccupato dalla guerra totale”
Reuters per confermare la versione delle quattro fonti anonime sul presunto cessate il fuoco da parte di Putin ha interpellato anche il suo portavoce ufficiale – Dmitry Peskov – che si è rifiutato di commentare direttamente l’indiscrezione, pur sottolineando che il presidente ha chiarito più volte la sua apertura al dialogo, nel totale disinteresse dell’Ucraina (che anzi ha impedito con un decreto presidenziale ogni possibile trattativa con Putin, considerandolo inaffidabile e inattendibile) e, soprattutto, dell’Occidente.
Significativo anche il fatto che uno degli informatori di Reuters ha negato una qualsiasi mobilitazione di cittadini russi, parlando di un calo del gradimento popolare verso il presidente dopo l’ultima mobilitazione totale. Infine, secondo tutte e cinque le fonti Mosca non ha mai avuto alcun progetto di conquista o attacco sui territori della Nato – differentemente da quanto quasi tutti gli osservatori occidentali temono -, con due dei cinque informatori che addirittura parlano della preoccupazione di Putin per una possibile escalation e per la guerra totale.