Da 4 giorni Silvio Berlusconi è ricoverato al San Raffaele di Milano per principi di polmonite bilaterale assieme al contagio da Covid-19 riscontrato di ritorno dalla Sardegna: mentre si attendono novità sul bollettino (oggi alle ore 16, qui tutti i dettagli) emerge nelle ultime ore una notizia sul possibile invio del vaccino russo anti-Covid direttamente dal Cremlino, con tanto di auguri dall’amico Vladimir Putin. I primi a rivelare del presunto invio delle dosi di “Sputnik V” erano stati i colleghi di Dagospia, poi dopo alcune smentite sono arrivate oggi le conferme de La Stampa: «Vladimir Putin non ha inviato a Berlusconi solo i suoi migliori auguri di pronta guarigione, ma anche una dose del famigerato vaccino russo, quello che la rivista scientifica ”Lancet” ha definito ieri ”incoraggiante” dopo che in uno studio dozzine di soggetti inoculati hanno sviluppato anticorpi al Covid-19», scrive Dagonews il 6 settembre. Al momento comquneu il vaccino è ancora in fase di sperimentazione e dunque non sarà somministrato a Berlusconi ma – una volta superata, si spera, l’epidemia anche grazie all’uso del farmaco Remdesvir – sarà il medico di Berlusconi Alberto Zangrillo a dover decidere se far sottoporre al vaccino russo ufficialmente il leader di Forza Italia, tra i primissimi nel nostro Paese.



PUTIN HA INVIATO IL VACCINO A BERLUSCONI?

«Il Cavaliere risponde bene alla cura a base di antivirali e antibiotici e ieri sera la sua salute veniva definita in miglioramento, mentre non servirebbe in questa fase il vaccino speditogli con gli auguri da Putin», scrive oggi La Stampa confermando di fatto l’invio dal Cremlino del vaccino “Sputnik V”. La situazione resta monitorata, con Berlusconi che viene seguito dall’equipe del San Raffaele per capire se i progressi dopo l’uso del Remdesvir siano efficaci e costanti nel tempo. Nel frattempo dalla Russia, dopo gli annunci del presidente Vladimir Putin, arrivano i primi dati scientifici sul vaccino russo anti-Covid da molti contestato per l’eccessiva rapidità e ridotta attività sperimentale: sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Lancet e viene mostrano come «il 100% dei partecipanti ai test ha sviluppato anticorpi contro il virus SarsCov2».

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