Vladimir Putin, nel corso della cerimonia per la presentazione delle credenziali dei nuovi ambasciatori a Mosca, come riportato da Ansa, si è rivolto all’ambasciatrice americana a Mosca, Lynne Tracy, affermando che “le relazioni tra Russia e Usa sono in profonda crisi”. All’origine del fenomeno, secondo il leader russo, ci sarebbe stato il supporto dato dal Governo statunitense al “colpo di Stato di Kiev” del 2014.
Anche i rapporti di Mosca con l’Unione europea tuttavia non sarebbero dei migliori, tanto che il presidente russo li ha definiti “deteriorati”, accusando Bruxelles di avere “cominciato uno scontro geopolitico” nei confronti del suo Paese. Nonostante ciò, Vladimir Putin ha affermato che “la Russia non si vuole isolare” e continua a rimanere aperta a una eventuale “cooperazione” con tutti gli alti Stati sulla base del principio di “eguaglianza”. A mancare, tuttavia, in base a quanto fa sapere il Cremlino, sono le precondizioni per avviare dei colloqui con l’Ucraina.
Putin: “Relazioni tra Russia e Usa in crisi”. Il tema della guerra in Ucraina
A proposito dello stato della guerra in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin, che nelle scorse ore ha partecipato ad una riunione del Consiglio di Sicurezza con i capi delle amministrazioni filorusse, ha precisato che la situazione nelle regioni ucraine annesse “rimane tesa”, dando la colpa ai bombardamenti e agli attacchi terroristici di Kiev che “non risparmiano nessuno”. È per questo motivo che avrebbe fatto appello alle sue forze dell’ordine e all’intelligence affinché “garantiscano la sicurezza della popolazione locale”.
Poi l’accusa ai servizi segreti occidentali: “I neonazisti e i loro complici operano non solo sul territorio delle nuove regioni della Federazione, ma commettono anche crimini in altre regioni della Russia. Vi sono tutte le ragioni per ritenere che il potenziale dei Paesi terzi, delle agenzie di intelligence occidentali siano coinvolti nella preparazione di tali sabotaggi e attacchi terroristici”, ha concluso.