Cosa accadrà a Vladimir Putin, dopo l’accusa di crimini di guerra? Un quesito al quale ha risposto, attraverso le colonne del quotidiano “La Nazione”, il magistrato italiano Cuno Tarfusser, già procuratore di Bolzano, sostituto procuratore generale a Milano e per undici anni, dal marzo 2009, alla Corte penale internazionale, di cui è stato anche vicepresidente.
“Il mandato d’arresto di Vladimir Putin – ha detto Tarfusser – non è meramente simbolico. Dopo le sanzioni economiche e quelle politiche in sede Onu, dove una larga maggioranza di Paesi si è espressa contro la Russia, adesso arriva anche un accertamento giudiziario sui presunti crimini di guerra di Putin. Il che ha conseguenze potenzialmente pesanti. I 123 Stati che hanno ratificato lo statuto sono per legge obbligati ad arrestarlo se entra nel loro territorio e gli altri Paesi che non hanno ratificato lo statuto – ma si sono espressi in sede Onu contro l’invasione dell’Ucraina – potrebbero arrestarlo e consegnarlo”. Un’eventualità che, a detta di Tarfusser, difficilmente si concretizzerà, in quanto il presidente russo eviterà quanto più possibile di recarsi nelle nazioni che hanno ratificato la convenzione e nessuno andrà a prenderlo al Cremlino.
VLADIMIR PUTIN E IL POSSIBILE ARRESTO: “NON AVVERRÀ IN USA E UCRAINA”
L’ex giudice del Tpi ha proseguito asserendo che Vladimir Putin, qualora nelle udienze preliminari le accuse saranno confermate, il leader sovietico non potrà essere processato, in quanto lo statuto della Corte prevede espressamente che l’imputato sia fisicamente presente al dibattimento e lui “ragionevolmente non accetterà mai di consegnarsi”. Gli aderenti alla Corte sono oggi 123, ma non ne fanno parte – spiega ‘La Nazione’ – Stati Uniti d’America, Russia, Cina, India, Pakistan, Israele, Corea del Nord, Arabia Saudita, Egitto, Emirati, Bielorussia, Kazakistan, Iran, Iraq, Indonesia, Malesia, Vietnam, Algeria, Libia, Marocco, Angola, Etiopia, Eritrea, Ruanda e alcuni altri Stati tra i quali l’Ucraina.
“Il Tpi – ha chiosato Cuno Tarfusser – da un punto di vista giudiziario ha inciso. Ha aperto gli occhi alla comunità internazionale, fatto una operazione-verità operando senza pregiudizi. Ad esempio, mettemmo sotto accusa il presidente della Costa d’Avorio e, poi, io personalmente l’ho assolto. Quindi farebbe male Vladimir Putin a liquidare la cosa come irrilevante”.