“VITA CITTADINI UE SACRIFICATA PER LA DITTATURA USA”: VLADIMIR PUTIN CRITICA LE SANZIONI ALLA RUSSIA

Per Vladimir Putin la minaccia globale arriva non dalla Russia ma dall’Occidente, in particolare dalla «dittatura degli Stati Uniti»: parole che potrebbero suonare come “scontate” per il Presidente e autocrate russo, ma che rappresentano il passo ulteriore di una frattura enorme tra l’Est e l’Ovest del mondo in quella che molti continuano a delineare come una potenziale “terza guerra mondiale” già in atto. Dall’Ucraina (che non considera come aggredita ma come primo aggressore) fino all’emergenza delle sanzioni, passando per gli snodi economici: l’intervento di Putin al Eastern Economic Forum a Vladivistok potrebbero rappresentare un ulteriore punto di non ritorno nei rapporti ormai risicatisssimi tra Occidente e Oriente, tra blocco Nato e area Russia-Cina. Secondo il leader del Cremlino, ad oggi «la pandemia è stata rimpiazzata da nuove sfide globali che pongono una sfida al mondo intero. Mi riferisco alla frenesia delle sanzioni occidentali, agli aggressivi tentativo dell’Occidente di imporre un modello di comportamento ad altri Paesi, privandoli di sovranità e soggiogandoli al suo volere».



Mentre l’Europa (e molto anche l’Italia) discute sulla possibilità o meno di proseguire sul fronte sanzioni nonostante l’emergenza bravissima degli approvvigionamenti di gas dalla Russia – che ieri dal Cremlino ha lanciato nuovo ricatto «forniture riprenderanno solo con la revoca delle sanzioni» – il Presidente Putin lancia la sua personale “fatwa” ai pacchetti di sanzioni giunte contro Mosca negli ultimi mesi per via della guerra in Ucraina: «le sanzioni non avranno l’esito che in molti sperano perché è impossibile isolare la Russia, basta guardare la mappa». Secondo il leader russo, sono gli europei i primi a pagare carissimo il dispositivo delle sanzioni comminate da vertici Ue, Nato e G7: «L’alto livello di sviluppo industriale dell’Europa, il suo tenore di vita e la sua stabilità socio-economica sono stati gettati nella fornace delle sanzioni e sprecati su ordine di Washington per il bene della famigerata unità euro-atlantica». Con un passaggio ancora più diretto del suo discorso, Putin aggiunge «La qualità della vita delle persone in Europa viene sacrificata per preservare la dittatura degli Stati Uniti negli affari mondiali».



PUTIN ATTACCA L’OCCIDENTE: IL DISCORSO “DI GUERRA”

È un discorso ad una platea economica e geopolitica quello di Vladimir Putin all’Eastern Economic Forum a Vladivistok, ma è soprattutto un discorso di “guerra” all’Occidente e agli Stati Uniti in primissima fila: «L’acquisto di cibo da parte dell’Occidente sta provocando un aumento dei prezzi che potrebbe diventare una vera e propria tragedia per la maggior parte dei Paesi più poveri, che devono affrontare la carenza di cibo, di energia e di altri beni vitali». Secondo il leader del Cremlino dopo la guerra in Ucraina la colpa è dell’Occidente per la questione del grano (di cui al momento regge l’accordo siglato con la Turchia, l’Onu e la stessa Kiev): «quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina è andato nei paesi dell’Ue e non ai Paesi più poveri, che hanno preso solo due navi. Gli europei continuano ad agire come colonizzatori. Dovremmo quindi limitare l’esportazione di grano dall’Ucraina all’Europa. Discuterò di questo problema con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan».



Chiamandola ancora “Operazione Speciale”, Putin chiarisce da par suo che la guerra in Ucraina non è stata cominciata dalla Russia, «ma stiamo cercando di mettere fine adesso, perché è dal 2014 che continuano». Ma la minaccia più inquietante per l’economia globale dell’Occidente arriva al termine del discorso al Forum orientale: per Vladimir Putin ci sarà «completo stop a gas e petrolio se tetto Ue ai prezzi». Lo stop al Nord Stream, conclude il Presidente russo, «è colpa delle sanzioni. La Russia non ha perso la guerra, dalla polarizzazione del mondo noi ci guadagniamo […] l’economia globale attraversa un periodo difficile, ma la logica della cooperazione vincerà sicuramente».