Vladimir Putin sta creando un esercito di bambini nelle scuole della Russia. A denunciarlo sono state le giornaliste russe Veronika Dorman e Ksenia Bolchakova, che hanno prodotto rispettivamente un libro e un documentario sull’argomento. Il loro obiettivo era quello di scoprire perché la popolazione del Paese non si stia ribellando all’invasione dell’Ucraina. È durante il loro viaggio che hanno compreso che è in atto un vero e proprio “lavaggio del cervello” sin dalla tenera età.



Dall’inizio dell’offensiva, il Governo di Mosca ha imposto dei cerimoniali del nazionalismo nelle scuole. La mattina i bambini, con la divisa obbligatoria, si ritrovano a cantare l’inno, alzando il tricolore. Poco dopo in aula sono costretti a seguire le lezioni di patriottismo, fin dall’età di 6 anni. Il compito dei nuovi programmi del Ministero dell’Istruzione è quello di “inculcare nella mente delle generazioni future quelli che sono i valori importanti”. È per questo motivo che ha fornito agli istituti tutte le raccomandazioni metodologiche adattate ad ogni età, il piano delle lezioni, i file video e le dispense da consegnare agli studenti.



“Putin sta creando esercito di bambini”, il piano del Ministero dell’Istruzione della Russia

Il programma pensato e imposto da Vladimir Putin prevede che il suo esercito di bambini inizi ad imparare dalle prime classi, all’età di 6 o 7 anni, ad “amare la Russia” attraverso l’ascolto di canzoni, la lettura di poesie e la visione di filmati ad hoc. Le lezioni sono una “conversazione sull’unità del Paese, su come si deve preservare e proteggere la sua cultura e la sua gente”. Successivamente arrivano i primi insegnamenti di stampo militare. Dagli 8 ai 10 anni, infatti vengono trasmessi “il coraggio e la determinazione necessari per difendere la patria in caso di pericolo”.



Alla scuola media, dagli 11 ai 16 anni, gli alunni iniziano ad essere informati in merito a ciò che sta accadendo, ovvero alla “operazione militare speciale” attraverso cui Mosca sta “proteggendo il Donbass dal regime di Kiev”. Gli adolescenti crederanno di conseguenza che i militari russi sono “eroi e veri patrioti”. A loro vengono inoltre sottoposti dei quiz con domande orientate, che inducono le risposte attese. Alle scuole superiori la strada ormai è dunque segnata, al punto che i giovani stessi saranno pronti ad armarsi per difendere il loro Paese.