A Surgut, in Siberia, è stata hackerata la scritta elettrica di un palazzo di uffici. L’insegna recitava un insulto al presidente: “Putin è una testa di ca**o e un ladro. 100 rubli x $ – ti sei fottuto quella tua testa di ca**o”. Dopo il crollo del rublo, infatti, imperversano le critiche nei confronti dello “Zar”. Il tutto è dovuto dal calo delle entrate dalle esportazioni di energia, che dopo il calo iniziato già da qualche settimana, ha toccato ieri i livelli più bassi dal marzo del 2022, poco dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.



II dollaro ha sfondato infatti la barriera 100 rubli e l’euro quella dei 110 rubli. La Banca di Russia ha convocato una riunione straordinaria del board per oggi con il fine di innalzare ulteriormente il tasso d’interesse, che è già stato aumentato di 100 punti base il mese scorso fino all’8,5%. Il dollaro è sceso sotto i 99 rubli e l’euro sotto i 108 dopo l’annuncio ma l’allarme non è di certo rientrato, con la popolazione sempre più preoccupata e sconsolata.



CROLLO DEL RUBLO, PREOCCUPAZIONE IN RUSSIA

Le critiche non si placano e non arrivano solamente dal popolo ma anche dal consigliere economico del presidente Putin, Maxim Oreshkin, nei confronti dell’istituto centrale guidato da Elvira Nabiullina, che lo scorso anno era stata definita l’artefice del salvataggio delle finanze russe di fronte alle sanzioni. “La causa principale dell’indebolimento del rublo e dell’accelerazione dell’inflazione è una politica monetaria morbida”, ha affermato Oreshkin in un’intervista all’agenzia Tass.

Secondo l’esperto, “Un rublo debole complica la trasformazione strutturale dell’economia e ha un effetto negativo sul reddito reale della popolazione”. Per questo, “È nell’interesse dell’economia russa avere un rublo forte”. Al momento, però, la situazione economica in Russia preoccupa gli esperti: gli effetti delle sanzioni occidentali iniziano a farsi sentire.