LO SPREZZANTE DISCORSO DI PUTIN ALL’UCRAINA: “IMBECILLI, POTEVANO FAR FINIRE LA GUERRA TEMPO FA…”

La guerra poteva essere conclusa tempo fa ma in Ucraina «sono imbecilli e ora perderanno tutto»: lo dice il Presidente della Russia, Vladimir Putin, nel discorso a tratti sprezzante tenuto con i capi delle municipalità russe lo scorso 16 gennaio. Mentre il nemico Zelensky veniva accolto a Davos (con una certa diffidenza da molti Paesi mondiali) nel rilanciare nuovi appelli agli aiuti per Kiev, il numero 1 del Cremlino rilasciava dichiarazioni in serie volte a “stroncare” l’ipotesi di una trattativa negoziale prossima tra Mosca e il Governo ucraino.



«L’Ucraina ha rinunciato ai negoziati con la Russia, imbecilli, sarebbe tutto finito tempo fa», sottolinea in più punti del suo discorso il Presidente autocrate russo, spiegando nel dettaglio quale sia la versione di Mosca sui mancati negoziati nei primi mesi di guerra dopo l’invasione russa dell’est Ucraina. «Rifiutando di negoziare – ha aggiunto Putin – eravamo d’accordo su tutto. Il giorno dopo, hanno gettato tutti gli accordi nella spazzatura, hanno detto pubblicamente, compreso il capo di quel stesso gruppo negoziale “sì, eravamo pronti, l’abbiamo mancato, perché è arrivato l’allora primo ministro britannico Mr. Johnson (l’ex Premier Uk, ndr), e ci ha convinto a non attuare questi accordi“. Che idioti, no? Se avessimo accettato, tutto sarebbe finito molto tempo fa, un anno e mezzo fa».



«La controffensiva delle forze armate ucraine è fallita, se continua così, la statualità dell’Ucraina sarà presto in discussione»: l’iniziativa nel conflitto in Ucraina è «totalmente nelle mani delle forze armate russe e se ciò continuerà lo Stato ucraino potrebbe subire un colpo irreparabile». Putin minaccia più volte il popolo ucraino che potrebbe presto «perdere tutto» per la reticenza dei propri capi nell’arrivare ad un negoziato, «con raid sulle città russe vogliono distogliere l’attenzione della popolazione e dei loro sostenitori dal fallimento completo e assoluto della cosiddetta controffensiva».



PUTIN ‘ANTI WOKE’: “RUSSI TORNANO QUI PERCHÈ IN OCCIDENTE TROVANO I BAGNI UNICI UOMINI-DONNE, DIFFICILE CRESCERE I FIGLI”

Ad oggi una trattativa posta sui canoni della “Formula di pace” di Zelensky (presentata ancora in queste ore al Forum di Davos), secondo Vladimir Putin, è impossibile: «non è possibile che la Russia accetti di ritirarsi dai territori conquistati in Ucraina. Tutti capiscono che questo è impossibile, sia i circoli dominanti in Ucraina che quelli occidentali». Il discorso da Mosca è molto ampio e non coinvolge solo le sprezzanti accuse contro l’Ucraina: per Putin a dare “fastidio” a Mosca ci sarebbero ora anche i Paesi Baltici, specie dopo l’espulsione della Lettonia di Boris Katkov, un ex militare dell’Armata rossa accusato di attività propagandistica filorussa.

«Quello che sta succedendo in Lettonia e nelle altre repubbliche baltiche, dove i cittadini russi vengono espulsi, ci preoccupa: è una questione relativa alla nostra sicurezza nazionale», ha commentato il Presidente russo confermando le ulteriori ostilità contro i Governi di Lettonia, Lituania ed Estonia. A chiudere il discorso, Putin lancia il suo personale nuovo attacco ai valori dell’Occidente, giustificando in questo modo l’esaltazione della tradizione e cultura russa: «molti russi emigrati all’estero tornano da noi perché nei paesi occidentali ormai si trovano sempre più spesso bagni comuni tra uomini e donne e altre cose del genere». Con questo clima, conclude Putin, è «difficile crescere dei figli».