In un recente intervento citato dall’agenzia britannica Reuters, il presidente della Russia Vladimir Putin ha criticato una delle scelte fatte dai suoi predecessori sotto l’URSS. Secondo il presidente, infatti, fu un errore la scelta di inviare i carri armati in Ungheria e Cecoslovacchia durante la Guerra Fredde, ritenendola una non necessaria invasione di campo nella politica di altri paesi che non erano parte dell’URSS. Il discorso di Putin ai più potrebbe sembrare un controsenso, sia perché non ha mai veramente espresso pareri negativi verso l’operato dell’URSS, sia perché fatta dopo più di un anno e mezzo dall’inizio di una guerra violenta e sanguinaria sul territorio di una paese estero che nulla (o quasi) aveva a che fare con la Russia.
Putin: “I tank URSS furono un errore, che ora gli USA ripetono”
Insomma, per forse la prima volta nel corso del suo mandato il presidente russo Vladimir Putin ha espresso un’opinione negativa nei confronti dell’URSS. Secondo lui, infatti, “fu un errore” la scelta di inviare i carri armati in Ungheria e Cecoslovacchia durante la Guerra Fredda. Mossa, questa, decisa rispettivamente nel 1956 e nel 1968, al fine di contribuire alla soppressione delle proteste di civili che causò circa 2.600 morti ungheresi e 600 sovietiche nella sola Budapest. A Praga, invece, la cosiddetta Primavera venne sedata dai sovietici che, di fatto, invasero la Repubblica socialista cecoslovacca.
Questa decisione, ha continuato a spiegare Vladimir Putin, aumentò la percezione globale che l’URSS era una potenza coloniale, sottolineando che “non è giusto fare nulla di politica estera che danneggi gli interessi di altri popoli“. Frase, questa, ampiamente criticata per via della guerra che lo stesso presidente russo ha scatenato lo scorso febbraio in Ucraina, colpendo un paese nel quale non aveva interessi geopolitici, al fine dichiarato di “cacciare i nazisti al potere”. Tuttavia, l’intervento di Putin era, più che altro, fine ad evidenziare come l’errore commesso dall’URSS sua lo stesso che stanno commettendo ora gli USA, sottolineando che questi ultimi “non hanno amici, solo interessi”.