Il ministero della Difesa britannico ha pubblicato un rapporto inerente gli armamenti dell’esercito russo ed in particolare i missili nucleari a lunga gittata, i cosiddetti missili ICBM detti anche balistici. Stando a quanto affermato dall’intelligence di Londra, così come riportato dall’edizione online del quotidiano Il Messaggero, gli stock a lungo raggio di Vladimir Putin sarebbero talmente bassi al punto che l’esercito starebbe usando dei vecchi missili da crociera nucleari con le testate rimosse.



A sottolinearlo è in particolare il ministero della Difesa al servizio del Re, nel suo aggiornamento quotidiano inerente la situazione della guerra Ucraina-Russia. Il rapporto, che è stato reso pubblico in quanto postato su Twitter nelle scorse ore, evidenzia come gli esperti della Gran Bretagna citino immagini “open source”, quindi accessibili a tutti gratuitamente, e che mostrerebbero dei resti di un missile da crociera AS-16 Kent, che sarebbe stato abbattuto dalle forze ucraine, e che è stato progettato negli anni ’80 «esclusivamente come sistema di lancio nucleare».



MISSILI PUTIN, NUCLEARI SENZA TESTATE: “SCORTE ESAURITE”

Secondo quanto segnalato dagli addetti ai lavori, analizzando quell’immagine si evince che «La testata era stata probabilmente sostituita da una zavorra. Anche se un sistema così inerte produce comunque qualche danno grazie all’energia cinetica del missile e al carburante non consumato, è improbabile che possa ottenere effetti efficaci contro gli obiettivi previsti».

Secondo quanto si legge nelle conclusioni del rapporto britannico sugli armamenti missilistici di Putine, la Russia «spera quasi certamente che tali missili funzionino come esche e deviino le difese aeree ucraine. Qualunque sia l’intento della Russia, questa improvvisazione evidenzia il livello di esaurimento delle scorte russe di missili a lungo raggio». Si tratta senza dubbio di una buona notizia, se tale indiscrezione venisse confermata, ed inoltre segnalerebbe per l’ennesima volta come Mosca stia attraversando una profonda crisi nel conflitto, scattato nove mesi fa e con l’intento di una guerra lampo per conquistare Kiev, cosa che evidentemente non si è verificata.