COSA HA DETTO VLADIMIR PUTIN ALLA PARATA DEL 9 MAGGIO
Il discorso di Vladimir Putin in Piazza Rossa per la Parata del 9 maggio non ha sconvolto il mondo come forse ci si aspettava: nessun annuncio di una “guerra totale” in Ucraina, come del resto nessun passo indietro per quella che il Presidente della Russia continua a chiamare “operazione speciale”. Putin tira dritto, dà i “suoi motivi” sull’origine della guerra e lancia nuove minacce alla Nato. Un discorso tutto sommato breve, davanti alle truppe schierate per i 77 anni dal Giorno della Vittoria (contro il nazismo nel 09 maggio 1945, ndr) e senza alcun accenno a qualsiasi tipo di negoziato di pace.
«Compagni ufficiali, sottoufficiali, compagni, generali e ammiragli, mi congratulo con voi per il 77esimo anniversario della grande vittoria», così ha esordito il Presidente della Federazione Russa davanti ad una gremita Piazza Rossa, senza però la consueta parte “aerea” della parata in quanto le condizioni meteo erano decisamente avverse. Parlando dell’azione militare in Ucraina, Putin ha poi lanciato una decisa minaccia all’Occidente: «i Paesi della Nato non hanno voluto ascoltarci, quando lo scorso dicembre abbiamo proposto di definire un accordo sulla sicurezza». Per la Russia, la Nato aveva «altri progetti», in quanto secondo il Cremlino «Avevano preparato apertamente un’altra operazione punitiva nel Donbass, una aggressione nelle nostre terre storiche, inclusa la Crimea, a Kiev si è parlato di ripristinare le armi nucleari. Il blocco Nato ha iniziato a militarizzare i territori vicino ai nostri confini. E questo per noi rappresentava una minaccia inammissibile ai nostri confini».
NATO E GIORNO DELLA VITTORIA: PUTIN ATTACCA, ZELENSKY REPLICA
Di contro, nel Giorno della Vittoria, Vladimir Putin tende ad escludere uno sfociare del conflitto in Ucraina verso una drammatica guerra mondiale: «Chi ha vinto la Grande guerra ci ha chiesto di rimanere vigili perché non si ripeta una guerra mondiale». Ricordando le battaglie che hanno fatto grande l’Armata Rossa contro l’esercito nazista, Putin compie un paragone piuttosto azzardato con la battaglia nel Donbass: «Anche voi oggi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria, della Russia. Noi siamo fieri dei vincitori, siamo loro eredi».
Secondo il Presidente russo, ripetuto più volte nel suo breve discorso alla parata del 9 maggio, i motivi che hanno portato all’invasione dell’Ucraina (anche se il Presidente non la cita mai in questi termini, ndr) riguarda la minaccia avvertita dalla presenza della Nato ai confini del Paese. «Il pericolo è cresciuto ogni giorno, la Russia ha dato un colpo preventivo ed è stata una misura necessaria e assolutamente giusta, la decisione di un Paese sovrano autonomo e forte», ha concluso Vladimir Putin. Immediata da Kiev la “risposta” a tono del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Anche gli ucraini hanno sconfitto il nazismo nella Seconda guerra mondiale e per questo non permetteremo a nessuno di appropriarsi di questa vittoria». Non solo, il leader di Kiev sottolinea come Mosca «sognava che avremmo rinunciato a celebrare il 9 maggio e la vittoria sul nazismo per sostenere la tesi secondo la quale l’invasione è volta a denazificare l’Ucraina», ma così non è stato. Infine una previsione che i prossimi mesi diranno se sia effettiva realtà o mera utopia: «Molto presto ci saranno due Giorni della Vittoria in Ucraina. E qualcuno non ne avrà nessuno», ha concluso Zelensky avvertendo di fatto l’omologo russo.