Il 22 gennaio 2016 Vladimir Putin incentivò i servizi segreti russi a compiere azioni di spionaggio e disturbo utili a favorire la vittoria di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca? Il complotto sarebbe contenuto in alcuni documenti segreti, pubblicati in esclusiva dal quotidiano britannico “The Guardian”, secondo il quale la decisione di sostenere il tycoon da parte del Cremlino sarebbe dovuta al fatto che si tratta di un soggetto “mentalmente instabile”, che si sarebbe rivelato un elemento prezioso nel “garantire gli obiettivi strategici di Mosca, tra cui l’agitazione sociale negli Stati Uniti e un indebolimento della posizione negoziale del presidente americano”.



Insomma, stando a questi documenti, che il Guardian ha fatto esaminare a esperti indipendenti, i quali sottolineano la loro autenticità, alle tre agenzie di spionaggio della Russia sarebbe stato ordinato di trovare modi pratici per sostenere Trump, con un decreto firmato dallo stesso Putin. Tuttavia, come peraltro era lecito attendersi e immaginare, il Cremlino ha smentito categoricamente un coinvolgimento di questa natura: il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha detto che l’idea che i leader russi si siano incontrati e abbiano concordato di sostenere Trump alle presidenziali 2016 è “un grande fake”.



PUTIN E TRUMP: LA RUSSIA VOLLE IL TYCOON PRESIDENTE USA?

Secondo il “The Guardian”, non v’è dubbio che l’incontro pro Trump del gennaio 2016 abbia effettivamente avuto luogo e che sia stato convocato all’interno del Cremlino. Una foto ufficiale dell’occasione mostra Putin a capo del tavolo, seduto sotto una bandiera della Federazione Russa e un’aquila d’oro a due teste. L’allora primo ministro russo, Dmitry Medvedev, era presente insieme al ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Tra gli altri, c’erano anche Sergei Shoigu, ministro della Difesa responsabile del GRU, l’agenzia di intelligence militare russa, Mikhail Fradkov, l’allora capo dei servizi segreti esteri russi SVR, e Alexander Bortnikov, il capo dell’agenzia di spionaggio FSB, oltre a Nikolai Patrushev, l’ex direttore dell’FSB.



La nota divulgata in quel periodo parlava semplicemente di una discussione relativa all’economia e alla Moldavia, mentre il documento su cui ha messo le mani il “The Guardian” suggerisce che il vero scopo segreto del consiglio di sicurezza fosse quello di discutere le proposte riservate elaborate dal servizio analitico del presidente in risposta alle sanzioni statunitensi contro Mosca. In un rapporto preparato dal dipartimento di esperti di Putin, si raccomanda a Mosca di usare “tutta la forza possibile” per garantire la vittoria di Donald Trump. Gli incartamenti, inoltre, indicano che il 14 gennaio 2016 fu fatto circolare un riassunto esecutivo di tre pagine inerente alle conclusioni e alle raccomandazioni del suo team.