“Putin non si fermerà in Ucraina, vuole ricostruire l’Urss”
Il generale americano David Petraeus ha ragionato in un’intervista rilasciata a Federico Rampini e che sarà oggetto del suo programma su La7, anticipata in alcune sue parti dal Corriere, sulla Russia di Putin, sull’Ucraina e sul Medio Oriente, soprattutto nell’ottica degli sviluppi futuri ai conflitti in corso. Il generale, che guidò le missioni in Iraq e Afghanistan, dirigendo anche la Cia, è certo che il presidente russo “non si fermerà in Ucraina“.
Le ambizioni di Putin, infatti, secondo Petraeus,”si estendono ben oltre” il territorio di Kiev, e suggerisce, in particolare, di tenere sotto controllo “la Moldavia e la Lituania” che “potrebbero essere le prossime”. Lo scopo del presidente russo, d’altronde, appare piuttosto chiaro, e secondo il generale è quello di “riassemblare i pezzi dell’Urss e del Grande Impero russo, con mezzi più disparati. Non dobbiamo illuderci”, inviata il generale Petraeus parlando di Putin, “che si fermerà” ed è per questo che “dobbiamo sostenere l’Ucraina. La sicurezza della Nato“, sottolinea, “inizia al confine russo-ucraino, non ai confini dei Paesi Nato”. Molto sugli sviluppi del conflitto, però, dipenderà dalle “prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti”.
Generale Petraeus: “Trump pericoloso perché imprevedibile”
Contro Putin, ragiona Petraeus, Biden manterrebbe una continuità rispetto a quanto fatto fino ad ora in politica estera, criticando tuttavia il fatto che “alcune decisioni avrebbero dovuto essere [prese] più rapidamente”. Differentemente, l’elezione di Trump comporterebbe un “certo grado di imprevedibilità” che potrebbe diventare anche pericolosa. Una politica estera di Trump potrebbe comportare cambiamenti “nel rapporto con la Nato o con la Russia”, ma il generale è piuttosto fiducioso che anche lui propenderà per la continuità con Biden.
Oltre a Putin e alla Russia, però, il generale Petraeus invita anche gli USA, e in generale l’occidente, a non perdere di vista il Medio Oriente. “Ci sono un gran numero di interessi nella zona”, spiega, citando soprattutto “la libertà di navigazione che determina la fornitura di gas e petrolio”, ma anche il preservare “le alleanze nella regione” e, a maggior ragione, tenere d’occhio “i nemici”. Gli Stati Uniti, ma tutto l’Occidente, secondo Petraeus, “devono rimanere focalizzati sul Medio Oriente”, continuando anche a lavorare sul “più importante scenario del mondo, dove avviene il confronto tra la Cina, da una parte, e gli Stati Uniti e i nostri alleati dall’altra”.