I NEGOZIATI DI PACE TRA RUSSIA E UCRAINA POTRANNO AVVENIRE MA SENZA ZELENSKY: L’ULTIMA MOSSA DI PUTIN (IN ATTESA DI TRUMP)
Dopo 1072 giorni di guerra la pace sembra ancora lontana, sebbene il 2025 potrebbe (e dovrebbe) essere l’ultimo anno di questo sanguinoso e intricato conflitto tra Ucraina e Russia: mentre proseguono le trattative a distanza fra Cremlino e Casa Bianca per un possibile colloquio nei prossimi mesi, le ultime uscite pubbliche del Presidente Vladimir Putin tendono ad allungare ulteriormente i tempi con una “mossa” diplomatica diretta a screditare l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, Intervistato dalla tv di Stato in Russia, Rossiya 1, Putin ha acconsentito a tenere negoziati di pace con l’Ucraina (non prima però di avere tracciato i punti chiave con gli USA di Trump), ma senza la presenza al tavolo del n.1 di Kiev.
«I negoziati possono essere tenuti con chiunque», sottolinea l’autarca russo aggiungendo che Zelensky se sarà presente non lo incontrerà, mandando invece dei delegati per concludere i colloqui. Il motivo è semplice, secondo Putin il Presidente ucraino è attualmente illegittimo e non può dunque firmare nulla di valido nell’eventuale negoziato di pace: «c’è un modo legale per procedere», ma non prevede Zelensky presente. La “mossa” del Cremlino è quella di delegittimare il potere ucraino, sostenendo come in forza di un decreto presentato nel 2022 dallo stesso Zelensky, lui non abbia il diritto di siglare accordi definitivi con la Russia. Putin fa riferimento al decreto con cui il 30 settembre 2022 il Consiglio della Difesa ucraina definiva «impossibili» ogni negoziato con la Russia: ed è sempre al canale di Mosca che il Presidente ribadisce per quel decreto, firmato quando era Zelensky era legittimamente in carica, non può essere cancellato ora dalla sua Presidenza «illegittima» (dato che ha congelato le Elezioni dopo la scadenza del mandato naturale).
ZELENSKY RISPONDE E RILANCIA: “PUTIN HA PAURA DEI NEGOZIATI, USA CINICI TRUCCHI”
La “proposta” di Putin è invece quella di far firmare il negoziato di pace dal Presidente del Parlamento Ucraino (la Rada), così che possa gestire il tutto a livello costituzionale: «Se c’è la volontà, possiamo risolvere qualsiasi questione legale». Se invece Zelensky vorrò partecipare di persona, allora la Russa manderà dei rappresentanti del Cremlino ma la sua firma non potrà valere per un accordo di pace definitivo. Al di là delle considerazioni tecniche e politiche, il messaggio di Putin è un’ennesimo “buttare la palla in tribuna”, allungando le tempistiche e facendo capire che una vera svolta nella guerra in Ucraina può arrivare solo con un colloquio diretto tra Putin stesso e Donald Trump.
Secondo la versione ucraina, le ultime dichiarazioni da Mosca rappresentano un nuovo tentativo di impedire il cessate il fuoco dopo quasi 3 anni di combattimenti: «Putin ha confermato ancora una volta di avere paura dei negoziati», rilancia Zelensky sui propri canali social rispondendo direttamente alla “richiesta” di Putin sui colloqui da tenersi senza il leader ucraino. Secondo Kiev, il Cremlino usa ancora dei «trucchi cinici e ipocriti» per allungare la guerra ma sul lungo termine sarà la Russia a “soccombere” dal punto di vista geopolitico, visto che l’amministrazione Trump riuscirà a costringere Putin a raggiungere la pace. Per Zelensky saranno gli Stati Uniti a tenere solida l’alleanza e al contempo tener testa alla Russia, per cui il messaggio che arriva dal Cremlino di “minaccia” contro la Presidenza ucraina non viene minimamente presa in considerazione, «Putin teme la retorica equa di Trump».