Stefano Puzzer, ex leader dei portuali di Trieste ed ormai uomo simbolo dei No Green Pass, si è recato all’Onu di Ginevra per protesta, ma il suo viaggio si è sostanzialmente rivelato un flop. A raccontarlo, in un video-messaggio pubblicato sui social network, è stato lui stesso.

“Siamo andati all’Onu. Siamo entrati nell’ufficio per ritirare l’accredito. Ci hanno però detto che il forum a cui noi avremmo dovuto partecipare era stato spostato in remoto. A quel punto è iniziato un giro continuo tra cinque palazzi, dove ogni volta un funzionario ci diceva che doveva andare a protocollare le carte”, ha raccontato. Poi la presa di coscienza in merito al fatto che il tutto si sarebbe concluso con un nulla di fatto. “Uno di questi ci ha dato un appuntamento facendoci capire poi quello che non avrei mai creduto: questa organizzazione è una scatola vuota, cioè che non si preoccupa dei problemi come quelli nostri”.  Le denunce dei No Green Pass, infatti, non sono state potute depositare.



Puzzer, leader No Green Pass, protesta all’Onu: “Non mi arrendo”

Stefano Puzzer, il leader dei No Green Pass, nonostante la sua protesta all’Onu di Ginevra si sia rivelata un flop, ha annunciato che non ha intenzione di mollare. “Sono arrabbiato, ma ancora più determinato di prima. Adesso bisogna dare un segnale forte, sempre pacificamente e rispettando la legge”. E aggiunge nel video-messaggio: “Ho visto un monumento fatto a Gandhi fuori dall’Onu. Se lui potesse lo porterebbe via da quel luogo perché non accetterebbe di essere messo là come simbolo di una scatola vuota”.



Le reazioni al post che racconta del viaggio sono state contrastanti. I No Green Pass si sono uniti al coro e hanno a loro volta criticato l’istituzione per la mancata risposta. “Si sapeva, sono tutti parassiti”, scrive un utente. Altri, invece, hanno evidenziato le imprecisioni di Stefano Puzzer, che ha definito l’Onu come una organizzazione europea. “L’avete scambiata con la Corte Europea dei diritti dell’uomo, cosa volete che sia”, ironizza qualcuno.

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