Chi c’è dietro QAnon? Qualcuno l’ha definita una “setta digitale”, ma sono davvero poche le cose che si sanno di questo gruppo, ben più note sono le fake news e teorie del complotto che diffondono sui social. Ma qualcuno ha deciso di indagare sulle sue origini per dare un volto all’autore o agli autori dei primi messaggi. Si tratta di squadre separate di scienziati informatici che usando l’apprendimento informatico (machine learning, una branca dell’intelligenza artificiale) ha identificato due uomini che potrebbero essere gli autori dei messaggi che hanno alimentato questo movimento. “Aprite gli occhi. Molti nel nostro governo adorano Satana”, questo è il contenuto del primo messaggio comparso nell’ottobre 2017. Un’affermazione stravagante, a cui sono seguiti altri messaggi firmati solo con “Q”.



Le due squadre di linguisti forensi, analizzando i testi di “Q”, hanno scoperto che Paul Furber, noto come il primo “apostolo”, in realtà ha avuto un ruolo principale nella scrittura di quei messaggi. La vicenda è stata ricostruita dal New York Times, che ha precisato come Ron Watkins, un altro noto sostenitore di QAnon ora in corsa per il Congresso in Arizona, avrebbe preso il posto di Furber all’inizio del 2018. Entrambi però negano di essere “Q”.



“QANON HA PRESO CONTROLLO DELLE NOSTRE VITE”

Ma gli studi sopracitati forniscono la prima prova empirica dei fondatori di QAnon. Anzi, la speranza degli scienziati, secondo quanto riportato dal New York Times, è che queste scoperte possano indebolire la presa che il movimento ha sui suoi seguaci. Due esperti di spicco di questo tipo di lavoro investigativo linguistico hanno analizzato i risultati per NYT stabilendo che le conclusioni sono credibili. Paul Furber da Johannesburg non ha contestato il fatto che la scrittura di “Q” potesse assomigliare alla sua, ma ha spiegato che quei messaggi lo hanno influenzato al punto tale da fargli cambiare la sua prosa. È come se quei messaggi abbiano “preso il controllo delle nostre vite, letteralmente. Abbiamo tutti iniziato a parlare come lui”. Una spiegazione non plausibile per gli esperti di linguistica e gli scienziati che hanno condotto gli studi, anche perché hanno preso in esame anche i tweet del signor Furber sin dai primi giorni in cui “Q” è emerso.



MACHINE LEARNING E STILOMETRIA

Gli scienziati informatici hanno usato un approccio matematico noto come stilometria. Un software sofisticato ha scomposto i testi di “Q” in modelli di sequenze di tre caratteri e tracciato la ricorrenza di ogni possibile combinazione, con un tasso di precisione del 93%. Ebbene, ha identificato correttamente la scrittura di Ron Watkins nel 99% dei test e nel 98% per Paul Furber. Grazie all’apprendimento automatico è stato possibile scoprire, ad esempio, che J.K. Rowling, la creatrice della saga di Harry Potter, aveva scritto “Cuckoo’s Calling” sotto un altro pseudonimo. Inoltre, come riportato dal New York Times, l’FBI ha usato una forma di stilometria per dimostrare che Ted Kaczynski era Unabomber. Inoltre, si tratta di tecniche usate negli Stati Uniti e Gran Bretagna per risolvere casi di omicidio con note di suicidio falsificate e messaggi di testo contraffatti.