L’emiro del Qatar Al-Thani ed i suoi ambigui atteggiamenti nei confronti dell’Occidente e dei jihadisti, soprattutto nel corso delle trattative con Hamas per la liberazione degli ostaggi. Come sostiene Domenico Quirico in un articolo di approfondimento ed analisi su La Stampa, in questo momento il Qatar rappresenta la maggiore speranza per i duecento ostaggi catturati dai terroristi palestinesi di poter tornare a casa, e per questo i suoi sforzi di colloquio sono visti in modo positivo, soprattutto dagli Stati Uniti. Nel frattempo però l’emiro offre protezione e rifugio a quelli che sono ai vertici dell’organizzazione, offrendosi anche come uno “sportello bancario” per Hamas.



Una situazione che pone il leader del Qatar ai vertici mondiali dell’economia, specialmente nel settore del gas e del petrolio, impegnato in discussioni sul fronte finanziario e primo investitore in numerosi settori industriali in occidente, e conteporaneamente principale sostenitore di personaggi e organizzazioni legate alla jihad islamica e ai Fratelli Musulmani. Fenomeno che però non viene considerato partiolarmente imbarazzante proprio per una questione di interessi, perchè il paese arabo è diventato come una grande banca pronta ad aiutare tutti.



Perchè l’emiro del Qatar è il “perfetto mediatore tra Fondamentalismo Islamico e Occidente”

Al-Thani, emiro del Qatar ha negli anni aumentato gli sforzi per far arrivare il paese ai vertici mondiali dell’economia, con rapporti amichevoli intrattenuti indifferentemente con nazioni europee, Stati Uniti e contemporaneamente senza negare l’appoggio, neanche troppo velato, alle organizzazioni di stampo terroristico islamiche come Hamas, Al Qaeda e l’Isis. Facendo da mediatore in numerose situazioni, compresa quella delicata attuale con la guerra in Medio Oriente nella quale ha assunto una posizione di estremo rilievo nella trattativa per la liberazione degli ostaggi. Domenico Quirico su La Stampa commenta nell’analisi evidenziando come “L’astuto emiro ci travolge, grazie ai soldi“.



Ma anche grazie ad una delle sue intuizioni più geniali e cioè la rete televisiva Al Jazeera, con la quale l’emiro ha costruito un vero e proprio impero,  che costituisce anche la sua “diplomazia segreta”. Un equilibrismo che “sfiora la perfezione” che costituisce uno dei principali motivi per cui il Qatar è diventato Il “perfetto mediatore” non solo per gli affari ma anche per le questioni che coinvolgono crisi e guerre nelle quali il fondamentalismo islamico è protagonista.