LE VOTAZIONI SOSPETTE IN UE SU QATAR, MAROCCO E AZERBAIJAN
Sarebbero almeno 247 le votazioni “sospette”, secondo le carte d’inchiesta Qatargate della Procura federale del Belgio, che il Parlamento Europeo avrebbe effettuato negli ultimi anni in “favore” di Qatar, Marocco e forse anche Azerbaijan. Dopo che il giudice belga Michael Claise con dichiarazioni al vetriolo (e molto discusse) ha fatto intuire che il Qatargate potrebbe essere la “Tangentopoli” dell’Unione Europea, emergono fonti di indagine che numerano le votazioni sotto i riflettori in questo momento per decisioni e atti presi sul conto dei tre Paesi sopracitati. Non solo Eva Kaili, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Andrea Cozzolino sarebbero protagonisti di “presunto giro di tangenti” finalizzato a favoreggiamento di Qatar e altri Paesi esteri: sarebbero diversi gli europarlamentari di S&D e anche alcuni tra i Popolari ad aver fatto parte del “giro di affari” dalle finalità ancora ben poco chiare.
In attesa di capire l’esito delle prossime udienze programmate a metà gennaio con i primi 4 arrestati nell’inchiesta Qatargate, le indagini proseguono con il timore degli osservatori che la Commissione Europea possa in un certo modo essere toccata dalle gravissime accuse sorte lo scorso novembre. Oltre al fronte Qatar e Marocco, sotto la lente di ingrandimento vi sarebbero anche le votazioni dell’Europa sul caso dell’Azerbaijan, coinvolto nel settembre 2020 (per 44 giorni) nella guerra in Nagorno Karabakh contro il popolo armeno. In una interrogazione parlamentare del settembre 2022 alla Presidente della Commissione Von der Leyen si chiedeva il perché di pesi&misure diversi nei confronti di Russia e Azerbaijan: «viste le sanzioni nei confronti della Russia per l’invasione dell’Ucraina sarebbe inconcepibile applicare due pesi e due misure nel caso dell’invasione azera. Perché il Consiglio non condanna l’invasione del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaigian e la sua barbarie? Come nel caso della Russia, intende applicare sanzioni nei confronti dell’Azerbaigian e rinunciare al gas azero? In caso di risposta negativa, considera tale aggressione meno importante di quella della Russia e, nell’affermativa, su quale base?». Interrogazione rimasta per il momento senza risposta ma è nell’inchiesta sul Qatargate che la questione riemerge con il timore – finora senza alcuna prova – che anche il Governo azero possa essere coinvolto nel “giro di affari” sotto inchiesta in Belgio.
INCHIESTA QATARGATE, SILVIA PANZERI RESTA AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Nel frattempo sempre sul fronte Qatargate ma con focus sull’Italia, resta agli arresti domiciliari Silvia Panzeri, la figlia di Antonio, ex eurodeputato arrestato a Bruxelles. La Corte dʼappello di Brescia ha infatti rigettato la richiesta dei legali di rimettere in libertà la donna e anche di concederle lʼobbligo di firma. I giudici di Brescia hanno ritenuto che la misura degli arresti domiciliari, disposta in esecuzione del mandato di arresto europeo, sia del tutto corretta in attesa della decisione imminente sulla consegna di Silvia Panzeri e della madre Maria Dolores Colleoni, richiesta dal Belgio.
In merito ai 200mila euro sul suo conto, congelati su richiesta dei magistrati di Bruxelles, i suoi legali dicono: «Sono compensi della sua attività professionale», essendo la figlia di Panzeri iscritta all’albo degli avvocati di Milano da sette anni e avendo sempre lavorato come civilista. In una recente intervista a L’Echo il giudice Michael Claise, titolare dell’inchiesta Qatargate, ha spiegato che «L’incompetenza dei governi nella lotta alla corruzione crea un senso di impunità per le organizzazioni criminali»: dalle indagini sul Qatar e il Marocco, il giudice belga spinge per la creazione di una Procura nazionale sui crimini finanziari, «organo indipendente nei grandi casi politici dove ci sono poste politiche».