LE CARTE SUL QATARGATE E LE ACCUSE FINORA

È passata solo una settimana dai primi 4 arresti per l’inchiesta del “Qatargate ma il quadro che emerge dopo le prime carte emesse ai giudici della Procura federale del Belgio danno l’idea del maxi scandalo potenziale che potrebbe investire l’Europa, il Parlamento Europeo e pure la maggioranza alla guida della Commissione Ue di Ursula Von der Leyen. Le indagini riguardano, ormai è arcinoto, le presunte tangenti arrivate da Qatar (e forse anche Marocco) pressi alcuni parlamentari e funzionari Ue, per tentare di influenzare e determinare a proprio favore la politica dell’europarlamento e rideterminare in positivo l’immagine dello stesso Paese arabo. L’ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, l’ex eurodeputato di Art.1 Antonio Panzeri, l’assistente del dem Andrea Cozzolino, nonché compagno di Kaili, Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca (segretario Ong fondata da Emma Bonino nel 1993) sono al momento gli unici arrestati confermati dai pm belgi.



Le accuse sono gravissime: associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro. Al momento l’unico ad aver iniziato ad ammettere il giro attorno al presunto Qatargate è stato Francesco Giorgi: «Faccio parte di un’organizzazione utilizzata da Marocco e Qatar allo scopo di interferire e condizionare negli affari europei»: questo avrebbe detto il compagno di Eva Kaili, anche lui arrestato sabato scorso. Il suo ruolo era quello di gestire i contanti di questa maxi organizzazione “segreta”: accusato come Antonio Panzeri, Eva Kaili e Niccolò Figà-Talamanca di “corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale”, Francesco Giorgi avrebbe rivelato numerosi dettagli e iniziato a fare anche i primi nomi. Secondo i media belgi i nomi sarebbero quelli di Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D (Socialisti e Democratici, di cui fanno parte Pd e Art.1), e avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri. Kaili nega qualsiasi coinvolgimento, anzi afferma che quei soldi in casa sua «non hanno nulla a che vedere con lei» e che avrebbe chiesto al padre di «portarli via da casa mia».



QATAR VS UE: “RESTRIZIONI HANNO IMPATTO NEGATIVO SU RELAZIONI”

Dall’inchiesta belga sul Qatargate sarebbe stato individuato – secondo le prime informazioni – «un gruppo indeterminato e molto ampio di persone dedito alla consumazione di fatti di corruzione che avrebbe operato all’interno di strutture europee con o senza legami con l’Unione Europea». Questo è quanto emerge dal decreto di perquisizione eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, su delega della procura di Milano, proprio nell’ambito di un ordine di investigazione europeo richiesto attraverso Eurojust dalla procura federale di Bruxelles. I fatti di presunta corruzione sono legati «a ingenti somme di denaro in cambio della propria attività»: l’inchiesta nata nel 2021 dai servizi segreti del Belgio in unità con altri 5 Paesi, ha reso noto solo lo scorso luglio alla Procura belga le informazioni in merito al milione e mezzo di euro trovato in casa di Panzeri e Kaili, sempre secondo le accuse.



Il gruppo del Centrosinistra europeo è stato subito travolto dallo scandalo ma l’impressione è che altri nomi potranno uscire nelle prossime settimane con l’emergere delle prime collaborazioni rese da Giorgi ai giudici: il sospetto degli inquirenti è che le presunte tangenti pagate dal Qatar servivano per attivare Giorgi e sfruttare la sua influenza su Cozzolino e sul gruppo Democratici e Socialisti. Ong, funzionari e altri parlamentari Ue: il Qatargate potrebbe allargarsi e per questo i primi provvedimenti presi dal Parlamento Ue a guida Roberta Metsola hanno puntato a sospendere qualsiasi attuale legame/progetto con il Qatar in attesa di capire bene l’evoluzione delle indagini. Non benissimo la reazione del Governo di Doha che non condivide affatto la linea presa dai vertici Ue: «una restrizione così discriminatoria prima che l’inchiesta sia conclusa, può avere delle conseguenze. Questa decisione avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza», spiega un diplomatico del Qatar alle agenzie internazionali.