LE NOVITÀ DALLE INDAGINI SUL QATARGATE: I BONIFICI ALLA FIGLIA DI PANZERI

Mentre sta per cominciare una nuova importante settimana in Europa per l’inchiesta sul Qatargate – udienze importanti agli arrestati e indagati Antonio Panzeri, Eva Kaili e Francesco Giorgi – emergono ulteriori nuovi dettagli dalle carte dell’inchiesta che rischia di mettere in ginocchio i vertici dell’Unione Europea. Il presunto giro di tangenti in arrivo da Qatar (e non solo) vede, secondo gli inquirenti del filone in Italia, presunti bonifici inviati da alcune Ong alla figlia di Panzeri, indagata anche lei e ai domiciliari con le medesime gravi accuse di corruzione e riciclaggio. Le indagini dei giudici italiani sui conti della famiglia Panzeri – dettate dall’informativa della Procura di Bruxelles – mettono in evidenza come nei 240mila euro complessivi vi siano anche fondi in arrivo da due ong finite nell’inchiesta Qatargate.



Si tratta della “No Peace Without Justice”, la Ong fondata da Emma Bonino e gestita dal suo ex collaboratore Niccolò Figà-Talamanca (il quarto arrestato finora sul Qatargate, ndr) e la ong americana “Human Rights Foundation”. Era stato Giorgi davanti agli inquirenti a spiegare che le Ong «servivano a far girare i soldi»: non solo, sempre secondo gli interrogatori mostrati in ampi stralci dal “Fatto Quotidiano”, il compagno di Eva Kaili spiegava «Panzeri ha dato l’idea di creare una ong. Bisognava trovare un sistema pulito che non facesse scattare l’allarme. Lo hanno chiesto i qatarioti. Per questo ho dato una mano a “Fight Impunity” (l’organizzazione di Antonio Panzeri, ndr) che è stata poi costituita e alimentata finanziariamente da Human Rights Foundation il cui presidente era Thor Alvorsen». I movimenti sul conto di Silvia Panzeri hanno evidenziato versamenti da qualche migliaio di euro con cadenza mensile dalle due Ong sopracitate. Dovranno a questo punto essere i diretti interessati a spiegare il perché sul flusso di denaro è stato versato sul conto della famiglia Panzeri, con l’ipotesi di ulteriori tangenti che resta al momento quella principale (ma ovviamente andrà dimostrato nel dettaglio).



QATARGATE, FIGÀ-TALAMANCA SI DIFENDE: “IO ESTRANEO ALLE ACCUSE”

«Il rapporto professionale con l’avvocato Silvia Panzeri, oggi interrotto, era stato instaurato dal dottor Figà Talamanca, che lo gestiva – spiega a Repubblica l’avvocato della Ong fondata da Bonino, Guido Camera – In base agli elementi al momento a disposizione dell’associazione No peace without justice non emerge in alcun modo che i compensi percepiti dall’avvocato Panzeri abbiano rilevanza penale in relazione ai fatti di corruzione e riciclaggio di cui si parla sui giornali. Qualora le indagini in corso svelassero una realtà diversa, l’associazione ne trarrà le dovute conseguenze». Proprio per i primi sospetti avuti dalla Procura del Belgio sul coinvolgimento della Ong di Bonino e Figà-Talamanca nel Qatargate, a dicembre 2022 la Commissione Europea ha sospeso l’erogazione dei fondi Ue alla “No Peace Without Justice”, dopo che invece l’anno precedente aveva sovvenzionato con 300mila euro regolari.



«Stiamo verificando nel dettaglio quanti fondi siano stati destinati alla ong, che nel passato aveva dei contratti con la Commissione e che pare li abbia soddisfatti», ha spiegato negli scorsi giorni il portavoce della Commissione, Eric Mamer. «C’è un’istruttoria in corso, parlano gli avvocati, non ho nulla da aggiungere», è invece il commento di Emma Bonino, contattata dall’Adnkronos in merito alle ultime novità emerse dall’inchiesta sul Qatargate. A “La Stampa” invece parla Niccolò Figà-Talamanca per raccontare la sua versione sull’indagine, da cui si dice «del tutto estraneo»: «Quando mi hanno portato via, mia moglie era all’estero ed ero terrorizzato per i miei bambini. Sono stato colto completamente di sorpresa dall’arresto. Non avevo idea di cosa stesse succedendo, quali fossero le accuse o cosa stessero cercando nella perquisizione a casa mia. Sono convinto che la mia completa estraneità alle accuse sarà dimostrata». È di ieri invece la notizia, sempre sul fronte Qatargate, delle dimissioni dell’europarlamentare Pd Andrea Cozzolino da tutte le commissioni legate all’inchiesta Qatargate: «La richiesta di revoca dell’immunità nei confronti di Cozzolino si compone di poche battute ed è articolata su una ipotesi investigativa che non sembra riguardarlo, atteso che niente e nessuno lo coinvolge direttamente. Cozzolino chiederà di essere sentito dalla commissione Juri per ribadire la sua totale estraneità ai fatti e rispondere a tutte le domande. Al fine di consentire la massima trasparenza e serenità dei lavori, ha già comunicato le sue dimissioni dalle commissione Pegasus e dalla delegazione Maghreb», spiegano in una nota gli avvocati di Cozzolino, Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Becó.