NUOVO COLPO DI SCENA NEL QATARGATE: ARRESTATO IL DEM COZZOLINO ECCO PERCHÈ

Il Qatargate ormai da mesi presenta novità, accuse e colpi di scena che ne hanno fatto un’inchiesta tutt’altro che “semplice” da ricostruire: nelle ultime 24 ore però due fatti su tutti hanno riacceso i riflettori sulle indagini che vedono alcuni membri del Parlamento Ue indagati per presunto giro di tangenti/corruzione in arrivo da Qatar e Marocco. In primis, l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino – dopo la revoca del mandato di arresto europeo – si è presentato di sua spontanea volontà a Bruxelles per rispondere delle accuse mosse contro di lui: risultato, è stato arrestato e rimane in stato di fermo fino al nuovo interrogatorio (dopo le oltre 4 ore di ieri sera, ndr) previsto per la giornata di oggi, martedì 20 giugno.



Secondo e non meno clamoroso colpo di scena è l’abbandono immediato dell’inchiesta Qatargate di chi l’ha guidata finora, ovvero il giudice istruttore della Procura Federale di Bruxelles, Michel Claise. Andiamo però con ordine e ripartiamo dall’arresto che sta agitando nuovamente Pd e Socialisti Europei: secondo l’accusa, Cozzolino (presidente dal 2019 della Delegazione per i rapporti con i Paesi del Maghreb) avrebbe «indebitamente ricevuto (…) denaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo tale da promuovere gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo». Accuse di corruzione, riciclaggio e partecipazione a organizzazione criminale piovute contro di lui negli scorsi mesi (spiccato mandato d’arresto l’11 febbraio 2023) e confermate dall’ex Pd Antonio Panzeri dopo l’accordo raggiunto con la Procura: le medesime accuse vengono però rispedite al mittente dallo stesso eurodeputato Pd, «Il mio cliente contesta ancora oggi di essersi lasciato corrompere», rileva il suo legale, Dimitri de Béco alla vigilia dell’interrogatorio di Bruxelles.



DOPO L’ARRESTO DI COZZOLINO LASCIA L’INCHIESTA QATARGATE: COSA STA SUCCEDENDO

E così dopo un interrogatorio fiume durato oltre 4 ore ieri a Bruxelles, Andrea Cozzolino viene fermato passando l’intera nottata nel Palazzo di Giustizia dove è nata l’indagine Qatargate: come riportano le fonti di SkyTG24, nelle confessioni rese da Panzeri non risultano somme di denaro elargite all’eurodeputato italiano. Bensì una sua «generica azione per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat in modo indiretto». Dopo l’interrogatorio del giudice Claise sono però emersi «alcuni elementi che potrebbero sollevare domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine», ha fatto sapere la procura alla stampa belga.



«Cozzolino ha risposto a tutte le domande, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar. Ora resterà a disposizione delle autorità per il prosieguo delle attività investigative, che continueranno con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria» già nelle prossime ore, fa sapere l’avvocato difensore del politico dem. Nel frattempo però il responsabile dell’inchiesta Qatargate lascia clamorosamente il suo incarico: il giudice istruttore Claise, fa sapere in una nota la Procura di Bruxelles, «In via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo». È sempre la stessa Procura a far sapere che potrebbero essere emersi dettagli nell’ultima udienza con Cozzolino tali da far porre «alcune domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine». Secondo fonti riportate dall’ANSA, dietro la decisione del giudice istruttore Michel Claise vi sarebbe il fatto che uno dei suoi figli avrebbe lavorato con una delle persone vicine all’indagine. Un potenziale conflitto di interessi, confermato da Le Soir: il figlio del magistrato e il figlio dell’eurodeputata Marie Arena -non indagata ma il cui nome è citato nel fascicolo del caso – «avrebbero creato insieme una società nel 2018. A denunciarlo sarebbe stato l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Töller, e la rivelazione avrebbe indotto Claise a lasciare la gestione del caso», riporta ancora SkyTG24. «Prendiamo atto di una decisione che riguarda l’indagine, ma che conferma totalmente la linea difensiva dell’onorevole Cozzolino. È un dato di fatto che si sia ritirato dopo il nostro interrogatorio», ha detto all’Adnkronos l’avvocato Federico Conte che difende Cozzolino. Il Qatargate ora passerà ad un altro giudice istruttore che dovrà subito decidere se confermare o meno l’arresto di uno degli imputati centrali dell’intera inchiesta.