Dopo lo scoppio dello scandalo Qatargate, la politica greca Eva Kaili ha pensato al suicidio. Ne ha parlato dal carcere, durante una visita di Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia e membro della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Proprio sulla detenzione di Kaili ha presentato a gennaio un’interrogazione alla segretaria generale del Consiglio europa Marija Buric. Parlando dell’inchiesta sulle presunte mazzette versate da Qatar e Marocco ad alcuni membri del Parlamento europeo, Kaili ha ribadito, come riportato dal Corriere della Sera: «Sono innocente, lo dimostrerò. Ma non mi sento una vittima, mi sento un trofeo». Cioè il premio di una «persecuzione politica di cui fa parte un pregiudizio, un pregiudizio che comunque c’è nei confronti dei parlamentari e dei politici del Sud Europa. I maltesi, i greci, gli italiani e così via».
Quando le è stato chiesto chi sarebbe responsabile di tale persecuzione, però, Eva Kaili non si è sbilanciata. Ma ha ringraziato Bergamini per la visita, sottolineandone il «coraggio», visto che è la prima parlamentare ad essersi recata da lei in carcere. «Finora non è venuto nessuno. Nessuno dal mio partito, nessuno dalla mia Grecia». Non un dettaglio secondario, visto che a detta dei suoi legali è stata «sottoposta a tortura».
EVA KAILI DAL CARCERE “SONO STATA DIMENTICATA”
Il riferimento è a quanto accaduto nelle prime sedici ore successive all’arresto, quando era stata lasciata senza acqua, al freddo e con la luce sempre accesa. «Dopo il clamore dei primi giorni di questa vicenda non parla più nessuno. Vengo ignorata, sono stata dimenticata, anzi cancellata». Il Qatargate è scoppiato quattro mesi fa, con Eva Kaili che è stata arrestata insieme ad altre otto persone, tra cui il compagno Francesco Giorgi, assistente parlamentare che a Bruxelles aveva lavorato con l’ex deputato europeo Antonio Panzeri, pure lui in carcere. Riguardo quest’ultimo, la politica greca ha dichiarato, come riportato dal Corriere della Sera, che «è stato molto manipolato con il mio compagno». L’ex presidente del Parlamento europeo ha rivelato: «Nelle prime sei settimane mi è capitato di pensare al suicidio. Più volte. Poi è scattato qualcosa». La sua prima preoccupazione resta la figlia di due anni, avuta proprio con Francesco Giorgi che ha ottenuto i domiciliari e la può vedere solo due volte al mese. Intanto in cella Eva Kaili ha cominciato a studiare francese e olandese. «Quando questa storia finirà, io voglio ricominciare a fare politica».