QATARGATE, FRANCESCO GIORGI FUORI DAL CARCERE: DOMICILIARI E BRACCIALETTO ELETTRONICO

Francesco Giorgi è stato scarcerato: uno dei primi imputati e arrestati sul caso Qatargatecompagno di Eva Kaili, ex assistente di Pier Antonio Panzeri e attuale assistente di Andrea Cozzolino – viene mandato agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, per decisione della Procura Federale di Bruxelles in Belgio. Nuova svolta insomma sulle indagini del maxi scandalo Qatargate, come avvenne nelle scorse settimane per le scarcerazioni della famiglia di Panzeri, di Niccolò Figà-Talamanca e della commercialista Bellini: dopo oltre due mesi di carcere, Giorgi potrà dunque tornare a casa con braccialetto elettronico e rimanendo a regime di domiciliari. La decisione è giunta ieri dopo la delibera della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles in seguito all’udienza per il riesame della custodia cautelare.



«Se il detenuto ricorrerà in appello contro la decisione della Camera di Consiglio, comparirà nei prossimi giorni davanti alla sezione d’accusa della Corte d’appello di Bruxelles entro due settimane. La Procura federale non presenterà ricorso contro questa decisione», si legge nel comunicato ufficiale della Procura Federale belga. Al momento dunque restano in carcere con le accuse di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Ue, Antonio Panzeri, Marc Tarabella e Andrea Cozzolino (quest’ultimo ancora ai domiciliari in Italia però dove è attesa l’udienza per decidere sull’estradizione). Il prossimo 7 marzo la Corte d’appello di Bruxelles esaminerà l’istanza di ricusazione dei legali di Marc Tarabella contro il giudice istruttore Michel Claise, che lo scorso giovedì ha confermato la detenzione dell’europarlamentare socialista in carcere.



TIMES: “GIORGI IN CELLA CON PANZERI”, I TIMORI SUL QATARGATE

Come fanno notare sempre dalla Corte d’Appello di Bruxelles, la scarcerazione di Francesco Giorgi non suggerisce che sia a questo punto escluso del tutto dalle indagini sul Qatargate, quanto piuttosto che non vi fossero più i requisiti legali per giustificare la sua permanenza in carcere. Potrebbe però aver pesato nei ragionamenti della Procura la notizia giunta ieri dal “Times” in Regno Unito in merito alla possibilità che per diverse settimane Giorgi avesse condiviso la cella in carcere a Bruxelles con il suo ex principale, Antonio Panzeri. Per l’accusato principale di aver gestito il traffico di corruzione da Qatar e Marocco, nonché collaboratore “pentito” con i giudici, la vicinanza stretta con Giorgi avrebbe – scrive il Times – «facilitato i due nel cercare una strategia difensiva comune».



In sostanza, i giudici avrebbero potuto sospettare che Giorgi con Panzeri concordassero su cosa dire nelle varie testimonianze in Aula. Finora la Procura e neanche il carcere hanno confermato ma neanche smentito lo “scoop” da Londra: certo resta alquanto paradossale, qualora fosse vero che siano stati in cella insieme per alcune settimane, che due delle figure chiave sul Qatargate possano essere stati messi in detenzione nella medesima stanza così da poter “concordare” strategie, risposte e testimonianze rese davanti agli inquirenti.