PER IL FINANCIAL TIMES EVA KAILI ERA LA “INSIDER” DI PANZERI SUL QATARGATE

Due notizie, una buona e una decisamente no per Eva Kaili: dall’inchiesta sul Qatargate emerge infatti la presunta esistenza di conti bancari della famiglia della ex vicepresidente del Parlamento Ue in realtà si trattava di mera falsità. Le autorità di Panama hanno confermato quanto affermato da Kaili, ovvero che non vi sono conti bancari nel Paese dove sarebbero state dirottate le tangenti in arrivo a Qatar e Marocco. Si parlava di conti addirittura da 20 milioni di euro per Eva Kaili e circa 10 milioni per genitori e sorella: Panama smentisce su tutta la linea e non vi sono prove dell’esistenza di quei conti. Di contro però, dal Financial Times viene ricostruita – su fonti di indagine a Bruxelles – l’effettiva figura che avrebbe rappresentato Eva Kaili all’interno della maxi inchiesta Qatargate.



L’eurodeputata greca era diventata la “donna interna” di Pier Antonio Panzeri, secondo i documenti legali visionati dal FT: una “insider” che dal ruolo di prestigio che ricopriva avrebbe influenzato le votazioni per “ammorbidire” il giudizio dell’Europa nei confronti del Governo qatariota (a ridosso dei Mondiali 2022). «Ha incontrato i ministri del Qatar a Bruxelles, ha visitato il Paese due volte,  ha cercato di “indebolire” una risoluzione parlamentare che condannava i diritti dei lavoratori nel Paese e ha votato per l’abolizione dei visti per i qatarini in visita nell’UE in una commissione di cui non faceva nemmeno parte», si legge nelle carte visionate dal quotidiano Uk. Resta da capire se il suo ruolo di insider sia effettivamente vero – lei smentisce e accusa Giorgi e Panzeri -, se fosse per caso stata “ingannata” dal compagno Francesco Giorgi e se vi siano effettivamente prove di tangenti, come al momento appare dalla quantità di denaro trovato nella sua residenza di Bruxelles (e nella valigetta sequestrata al padre al momento della tentata “fuga” fuori dal Belgio).



ALLARME ONG-QATARGATE, PARLA IL SOSTITUTO PROCURATORE DI NAPOLI

«La mia impressione è che la squadra (di Panzeri, ndr) stesse cercando di mostrare ai qatarioti che stavano lavorando sodo per loro conto, ecco perché hanno fatto tutte queste scene. Ma non hanno ottenuto risultati sostanziali», sottolinea Brando Benifei, capo della delegazione socialista del Partito Democratico in Europa, commentando le notizie sul Qatargate. Secondo il FT, Eva Kaili era già indagata prima dell’arresto per i gravi capi di imputazione (corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio): Il 15 dicembre, la Procura europea ha infatti chiesto la  evoca della sua immunità a causa dei sospetti di una frode parlamentare più comune: l’uso improprio di denaro pubblico. L’avvocato Dimitrakopoulos, contattato dalle agenzie, ha rifiutato di commentare ognuna di queste accuse.



Fonti vicine alle indagini hanno poi spiegato al Financial Times come i soldi ricevuti da Panzeri e Giorgi potrebbero essere stati usati per pagare altri europarlamentari: «Altrimenti avrebbero inviato i soldi su conti bancari offshore», spiega la fonte. In previsione delle udienze dei prossimi giorni – il 31 gennaio sarà sentita la commercialista Bellini, il 2 febbraio invece si va verso voto plenarie Ue su immunità Cozzolino e Tarabella – nuove “ombre” sul Qatargate emergono dall’allarme in merito ai conti delle Ong che operano in ambito europeo. La denuncia viene fatta dal magistrato e sostituto procuratore Generale di Napoli, Lorenzo Salazar, intervistato dal “Sole 24 ore” sull’inchiesta Qatargate: «Nella redazione dei bilanci delle imprese ci sono regole contabili stringenti che, quando vengono eluse, lasciano tracce ben decifrabili. Le Ong e il mondo delle associazioni non riconosciute sono ambiti dove questo tipo di regole non ci sono. Il nero è un presupposto necessario per creare le pre-condizioni della corruzione». Secondo il magistrato da 35 anni impegnato nella lotta alla corruzione nelle istituzioni, la procura Europea EPPO al momento ancora non è intervenuta in quanto «non è stato ancora dimostrato che siano stati compromessi gli interessi finanziari della Ue».