UFFICIALE: PARLAMENTO UE APRE PROCEDURA REVOCA IMMUNITÀ PER COZZOLINO E TARABELLA
Se prima erano “voci” ufficiose diffuse dalla Procura di Bruxelles, ora è tutto ufficiale: la giustizia belga ha chiesto la revoca dell’immunità parlamentare degli eurodeputati del gruppo S&D Andrea Cozzolino (Pd) e Marc Tarabella, coinvolti nello scandalo di corruzione internazionale “Qatargate”. E il Parlamento Ue ha aperto ufficialmente la procedura che porterà ad una decisione definitiva nelle prossime settimane in seduta plenaria: «Non ci sarà impunità. Nessuna», ha fatto sapere la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola annunciando l’apertura della procedura Ue e sottolineando come la decisione sia stata presa «a seguito di una richiesta delle autorità giudiziarie belghe».
I nomi di Cozzolino e Tarabella da giorni rientrano nei verbali del pm Claise dopo gli interrogatori ai 4 indagati e arrestati sul Qatargate: «Confermiamo di aver avviato la richiesta di revocare l’immunità parlamentare a due membri del Parlamento europeo ma non daremo i nomi o altre informazioni», fa sapere il portavoce della Procura di Bruxelles. Ma le prove sul fatto che i due nomi siano proprio quelli di Cozzolino e Tarabella sono diverse: l’eurodeputato socialista belga aveva ricevuto perquisizione in casa lo scorso 10 dicembre anche se, ricorda “Le Soir”, «sostiene con forza di non aver mai ricevuto alcun regalo dal Qatar». Giorgi invece era l’attuale assistente parlamentare di Cozzolino dopo esser stato quello di Panzeri: secondo la stampa belga, il compagno di Eva Kaili «avrebbe ammesso di aver ricevuto denaro dal Marocco e dal Qatar per promuovere i propri interessi all’interno del Parlamento». Di recente però il parlamentare Pd aveva chiesto alla procura di poter essere ascoltato dai giudici, ribadendo la sua completa innocenza. Come riporta l’ANSA, l’iter della revoca delle immunità parlamentari prenderà il via in Plenaria il prossimo 16 gennaio: stando all’iter previsto dal Regolamento del Parlamento europeo, «la Commissione affari giuridici nominerà un relatore, e i casi in questione verranno presentati nel corso di una riunione della Commissione stessa, dove può aver luogo anche un’audizione. Il progetto di relazione verrà quindi discusso e votato in seno alla Commissione che adotterà una raccomandazione affinché l’intero Parlamento approvi o respinga la richiesta. Tutti i casi di immunità sono esaminati a porte chiuse». In caso di approvazione da parte della Plenaria, a maggioranza semplice, Metsola comunicherà la decisione del Parlamento al deputato o ai deputati interessati e all’autorità nazionale competente.
LA POSSIBILE “SQUADRA” DI PANZERI PER GLI AFFARI SUL QATARGATE: ANCHE I DEM MORETTI E BENIFEI
«Azioni di ingerenza in seno alle istituzioni dell’Unione Europea»: il Qatargate è esploso in Europa ormai da un mese e al momento questa resta l’accusa principale contro i primi 4 indagati (e arrestati), ma ben presto la lista potrebbe allungarsi come anticipa oggi il “Corriere della Sera”. Eva Kaili, Francesco Giorgi, Antonio Panzeri e Niccolò Figà-Talamanca non sarebbero infatti gli unici coinvolti nel presunto giro di tangenti e “favori” richiesti da Qatar e Marocco negli ultimi anni: gli “amici” della “squadra operativa” di cui poteva avvalersi l’ex europarlamentare Pd Panzeri vedrebbero coinvolti altri eurodeputati italiani, in special modo i due dem Alessandra Moretti e Brando Benifei. L’inchiesta per associazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro che ha terremotato il Parlamento europeo per il momento non vede coinvolti né iscritti nel registro degli indagati i nuovi “nomi” emersi in questi giorni, ma ben presto – sottolineano fonti da Bruxelles – diverse novità potrebbero emergere nell’inchiesta Qatargate.
Nelle carte del giudice Michael Claise, riporta il “Corriere”, si legge la parola “Amici” dietro alla lista di nomi che avrebbero agito assieme a Panzeri negli affari sull’asse Qatar-Marocco-Ue. «Compaiono i nomi del deputato italo-belga Marc Tarabella» che è stato anche perquisito il 9 dicembre alla presenza della presidente Roberta Metsola (come vuole la legge del Parlamento Europeo). Ma nelle carte ci sono anche riferimento ancora ‘vaghi’ a Maria Arena – europarlamentare italo-belga – e agli italiani Alessandra Moretti e Brando Benifei, entrambi Pd. Questi “amici”, tutti nel gruppo S&D, non risultano indagati e hanno escluso con fermezza qualsiasi tipo di condizionamento e favore, reso o ricevuto sul Qatar e il Marocco. Restano però citati durante i primi interrogatori (specie da Francesco Giorgi, compagno della ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili e ‘braccio destro’ negli affari della ong di Panzeri, Fight impunity) e per questo motivo si attendono dettagli o smentite dai pm belgi nelle prossime ore.
QATARGATE, PRONTA FASE 2? NUOVI INDAGATI E CAOS IMMUNITÀ
L’inchiesta Qatargate – che ricordiamo esser nata dai servizi segreti del Belgio in unione con altri 4 Paesi – vede al momento 4 arrestati con semi-confessioni ma nessuno che confermi l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro: al momento infatti ancora non è chiaro cosa effettivamente gli indagati avrebbero fatto e in cambio di cosa davanti ai flussi di denaro in arrivo da Qatar e Marocco. Come scrive il “Corriere”, i soldi ritrovano in casa di Panzeri e Kaili «sono impossibili da giustificare sul piano politico, ma devono essere tradotti in una qualche condotta penalmente rilevate da parte degli accusatori che, nelle poche carte che sono emerse, non spiegano, per esempio, che cosa ha fatto la Kaili oltre a detenere denaro in contanti».
Quando però lo “stallo” sembra soffermarsi sul Qatargate, ecco la possibile svolta che potrebbe portare alla fase 2 dell’inchiesta che finalmente provi a far luce su quanto potrebbe essere avvenuto in Europarlamento: come fatto emergere dai magistrati belgi prima di Capodanno, la prossima settimana la procura di Bruxelles farà scattare la seconda fase dell’inchiesta con nuovi indagati e importanti novità. La comunicazione “ufficiosa” è giunta all’ufficio di Presidenza dell’Europarlamento in quando gli inquirenti starebbero valutando di richiedere la revoca dell’immunità per alcuni parlamentari Ue. Secondo “La Repubblica”, i procuratori belgi starebbero mirando a esponenti come l’italiano Andrea Cozzolino (Pd) e il belga Marc Tarabella (S&D), entrambi al momento non indagati. Potenziale data decisiva sarà il 16 gennaio prossima, quando la sessione plenaria si riunisce a Strasburgo e potrebbe a quel punto esprimere sull’eventualità di sospendere l’immunità per alcuni membri del Parlamento che a quella data saranno stati indagati (dunque non solo Kaili, ndr). Situazione forse più testa di tutte è quella di Cozzolino: secondo il giudice belga e gli 007 non vi è «alcun dubbio» sulla “rete” di Panzeri, Giorgi e l’europarlamentare Pd che avrebbero «cooperato con gli 007 marocchini prendendo ordini tramite l’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun e incontrandosi con il direttore generale dell’agenzia di Rabat Dodge Yassine Mansouri», conclude il “CorSera”.