QATARGATE, RESPINTE TUTTE LE RICHIESTE DI SCARCERAZIONE

Dopo una settimana ancora ricca di novità sul fronte Qatargate, emerge un dato certo: al netto dei nuovi filoni a breve potenzialmente “esplosivi” e delle prossime udienze con interrogatori agli indagati/arrestati, da venerdì sappiamo con certezza che Marc Tarabella, Eva Kaili e Antonio Panzeri non possono ancora essere scarcerati. In particolare, dopo la forte protesta dell’europarlamentare belga di Articolo 1, sono le conferme di Panzeri e Kaili dietro le sbarre per altri due mesi che rappresentano l’ulteriore conferma di “pugno duro” della Procura federale belga.



Entrambi detenuti dal 9 dicembre per lo scandalo Qatargate con l’accusa di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro, Eva Kaili e Antonio Panzeri rimarranno in carcere almeno per altri due mesi: così ha deciso il giudice titolare Claise, mentre poche ore prima Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles aveva già deciso di estendere la custodia cautelare per l’eurodeputato Marc Tarabella di un altro mese (ma ha già fatto appello, udienza nuova tra quindici giorni). A sorpresa, in difesa degli europarlamentari socialisti arrestati per il Qatargate presunto, il vicepremier leghista Matteo Salvini: «Lo dico da avversario politico delle sinistre, sconcertato all’idea che politici europei possano essere stati pagati da Paesi stranieri: tenere ancora in carcere gli indagati per il Qatargate con tutte le prove già emerse, i documenti e i soldi già sequestrati, mi sembra inutilmente punitivo».



MOZIONE FDI SUL QATARGATE: COSA È SUCCESSO (E PERCHÈ)

Secondo l’avvocato di Eva Kaili, l’inchiesta del Qatargate è tutta sbagliata nei metodi e nei modi: «Se una persona diventa solo un simbolo, e viene detenuto simbolicamente perché è famosa in quanto vicepresidente del Parlamento europeo, allora non ha alcun senso. Oggi non esiste alcun rischio di distruzione delle prove, né di collusione. Abbiamo chiesto la scarcerazione della signora Kaili con condizioni e abbiamo chiesto la sorveglianza ai domiciliari. Le condizioni di detenzione di Eva Kaili sono difficili, il suo posto non è il carcere di Haren, deve stare a casa con la figlia di ventiquattro mesi», tuona il legale Sven Mary al termine dell’udienza per il riesame della custodia cautelare della politica greca.



Nel frattempo, l’eco del Qatargate continua ad aggiungere elementi politici in Italia dove nei giorni scorsi la Presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola è venuta in visita alle istituzioni italiane: «La sinistra europea, con il fondamentale e sconcertante apporto di quella italiana di radice Partito Democratico, ha messo a dura prova, con lo scandalo Qatargate, la reputazione del Parlamento europeo e di chi vi opera», lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti, presentando a Montecitorio una mozione di tutela dell’immagine italiana davanti al presunto scandalo Qatargate. Secondo il parlamentare FdI, «E’ di tutta evidenza, sotto il profilo politico, la debolezza culturale della sinistra italiana verso certi governi autocratici, che peraltro in Europa penetrano sia con ingenti capitali sia con la predicazione radicale nelle comunità musulmane – conclude Foti -. Quanto al profilo istituzionale, il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera ha presentato una mozione, di cui chiede l’urgente discussione, che impegna il Governo ad assumere ogni utile iniziativa, nell’ambito del procedimento penale in essere a tutela, dell’immagine dell’Italia, all’evidenza lesa da comportamenti delittuosi che coinvolgono esponenti eletti nelle liste del PD al Parlamento Europeo». Secondo la deputata Chiara Colosimo, sempre in Fratelli d’Italia, «Il Qatargate è una vicenda vergognosa, oltraggiosa e lesiva che ha danneggiato anche l’immagine della nostra Nazione. Scandali, corruzione e arresti che hanno coinvolto alcuni parlamentari europei del Pd e che ci stanno facendo vergognare davanti gli occhi del mondo intero. Bene ha fatto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, a presentare una mozione che impegna il governo Meloni a tutelare l’immagine dell’Italia di fronte a questo scempio».