Da tempo Souad Sbaiex deputata, giornalista e attivista in favore delle donne islamiche, denuncia l’infiltrazione in Europa del Qatar, Paese sponsor dell’islam radicale e terrorista, attraverso associazioni culturali umanitarie. Lo ha fatto nel 2019 sulle pagine del nostro giornale rivelando i contenuti di un libro, Qatar Papers, che mostra con prove inequivocabili, fatture e ricevute, come il piccolo Emirato tramite la Qatar Charity “abbia finanziato in Francia, Italia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Balcani e ovunque nel resto d’Europa numerose moschee, associazioni, centri culturali, case editrici e istituti scolastici legati ai Fratelli musulmani, con l’obiettivo di svolgere attività di proselitismo e trasformare i fedeli in militanti fondamentalisti”.



Adesso le prove di questa infiltrazione strisciante e silenziosa sono esplose davanti agli occhi di tutti con l’arresto di alcune personalità di primo piano del Parlamento europeo, l’italiano Antonio Panzeri e la greca Eva Kaili, che avrebbero intascato centinaia di migliaia di euro per tacere sulle palesi violazioni dei diritti umani dei lavoratori impiegati per costruire gli stadi del Mondiale di calcio in svolgimento nel Paese arabo.



“La mia impressione” dice ancora Sbai “è che il Qatar abbia fatto uscire questi nomi, che sono pesci piccoli, per vendicarsi del fatto che i Mondiali sono un flop rispetto a quello che si aspettavano, e per spaventare i pesci molto più grossi che fanno parte di questo sistema”.

Rispetto alle denunce di infiltrazione dell’islamismo radicale finanziato dal Qatar che lei aveva già avanzato in passato, adesso con lo scandalo degli esponenti del Parlamento europeo arrestati per corruzione sembra si sia fatto un passo in avanti, rivelando una infiltrazione molto più estesa e grave, è così?



Avevamo già denunciato anche l’infiltrazione e la corruzione dei politici europei. Avevo chiesto a diverse procure di indagare su questo tema, che è presente non solo in Italia. Tutti i Paesi dell’Unione Europea prendono soldi dal Qatar.

Corrompere con i soldi non è una novità nel mondo della politica.

Ma in questo caso è molto, molto grave. Stiamo parlando di politici di alto livello, di una vicepresidente del Parlamento europeo, persone che dovrebbero vigilare sui diritti umani. Quanto è accaduto ci fa capire perché nessuno si sia mosso per la Siria, perché nessuno si muove in difesa del Kurdistan, come nessuno si muova per il caos dell’immigrazione. L’Europa non si muove perché è corrotta e gira la testa sui temi che interessano al Qatar.

Ha parlato del problema dell’immigrazione. Intende dire che anche dietro questo fenomeno c’è un paese come il Qatar?

Certo. Domandiamoci come tanta povera gente possa avere a disposizione migliaia di dollari, che basterebbero loro per vivere tranquilli a casa loro, da dare invece agli scafisti. Dove li prendono? C’è dietro il Qatar, che ha un piano preciso per destabilizzare l’Europa.

Solo il Qatar o anche altri Paesi arabi?

Il Qatar è in prima fila, tanto che molti Paesi arabi rifiutano il suo gioco. Il Trattato di Abramo voluto da Trump con Israele è stato fatto proprio per isolare Paesi come Turchia, Qatar e Iran, che fomentano il radicalismo islamico e il terrorismo. Non è un caso che per corrompere i politici abbiano scelto esponenti di partiti di una certa sinistra, quella più sensibile al buonismo mascherato da diritti umani. Sono stati investiti miliardi di dollari anche per influenzare il voto popolare nei Paesi occidentali e cambiare lo scenario elettorale, favorendo partiti che in modo inconsapevole fanno il loro gioco.

Ha fatto impressione sentire in un servizio televisivo l’ex eurodeputato Pd – poi Articolo Uno – Antonio Panzeri dire che durante la costruzione degli stadi per il Mondiale di calcio i diritti dei lavoratori siano stati rispettati.

In Qatar sono morte 6.800 persone e i lavoratori sono stati sfruttati come schiavi.

Nessun paese che partecipa ai Mondiali ha denunciato questo, ci si è limitati a modeste proteste per quel che riguarda i diritti Lgbtq.

Per quella protesta si sono accese mille polemiche, ma per i lavoratori morti nessuna. Il Qatar ha corrotto mezza Fifa per ottenere questi Mondiali. E non solo, hanno corrotto politici di primissimo piano, ad esempio in Francia, per firmare contratti di vendita di armi a loro favore.

Si sente isolata nella sua battaglia?

Totalmente. E non solo isolata, ma anche discriminata socialmente, economicamente e politicamente. Ho presentato decine di denunce che non so che fine abbiano fatto. Vengo minacciata e insultata con quasi duecento messaggi telefonici al giorno, vengo ridicolizzata per le mie battaglie, non mi permettono di andare in televisione. Devo ringraziare Dio di essere ancora viva.

Con questi arresti pensa che cambierà qualcosa?

Non credo. Ritengo che queste persone siano state arrestate perché il Qatar le ha tradite per vendicarsi del fatto che i Mondiali di calcio siano un flop, pochissimi spettatori rispetto a quelli che erano stati promessi. Hanno voluto bruciare i pesci piccoli in modo da mettere paura ai pesci grandi, così che non gli venga in mente di cambiare, di non aiutare più il Qatar. Spero che l’inchiesta vada avanti, ma ad ampio raggio, su tutti. Non è accettabile che nessuno si chieda chi finanzia il terrorismo islamico, quando lo hanno capito anche i Paesi arabi. Va bene siglare accordi bilaterali sull’energia, ma ci devono essere confini che non si possono né si devono superare. Ci sono Ong sponsorizzate dal Qatar che vanno indagate, ci sono pseudo-associazioni culturali che praticano il terrorismo che si stanno comprando ospedali, case e aziende in Italia. Ho paura che sia troppo tardi.

(Paolo Vites)

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