GIORGI E FIGÀ-TALAMANCA RIMANGONO IN CARCERE PER ALMENO UN ALTRO MESE: NO COLLABORAZIONI SU QATARGATE

Mentre la famiglia di Antonio Panzeri veniva liberata, presso la Camera di Consiglio del Tribunale di primo grado di Bruxelles si confermava la custodia cautelare per l’ex collaboratore Francesco Giorgi e per il direttore della ong ‘No peace whitout justice’ Niccolò Figà-Talamanca. Prosegue l’andamento su più livelli dell’inchiesta Qatargate, con non poche polemiche sollevate dagli altri arrestati dell’indagine che lamentano il trattamento di “favore” riservato ad Antonio Panzeri dopo aver siglato l’accordo di collaborazione con i giudici belgi.



La prossima udienza sull’eventuale scarcerazione dei due indagati nell’ambito del Qatargate, si terrà tra un mese: salvo nuovo ricorso eventuale presentato dai due imputati contro il provvedimento preso oggi dal Tribunale, tanto Giorgi quanto Figà-Talamanca dovranno rimanere in carcere per almeno un altro mese, conferma la Procura federale belga all’AGI. Secondo l’avvocato di Francesco Giorgi al momento non vi sarebbe alcun accordo di collaborazione tra il suo assistito e la Procura: non solo, il legale ritiene che la posizione di Giorgi «non verrà intaccata dall’accordo stipulato dall’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri con le autorità». Secondo quanto spiegato ad EuroNews dall’eurodeputato belga Pascal Arimont, del Partito popolare europeo: «Questa vicenda è completamente fuori da ogni immaginazione… distribuire mazzette in denaro contante è come un brutto film a cui prendiamo parte. E ci siamo dentro contro la nostra volontà, parte perché la maggior parte delle persone che lavora qui non è coinvolta nello scandalo. Bisogna scoprire tutto e tutti devono essere puniti severamente, perché va ripristinata la fiducia che le persone potevano avere in questa istituzione».



QATARGATE, TORNANO LIBERE LA MOGLIE E LA FIGLIA DI ANTONIO PANZERI

Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni sono ora libere ufficialmente: lo ha deciso la Corte d’Appello di Brescia questa mattina, revocando le misure cautelari degli arresti domiciliari come diretta conseguenza della decisione dei pm belgi – che indagano da mesi sull’inchiesta Qatargate – che ieri hanno rinunciato alla estradizione di figlia e moglie Panzeri accusate di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio. Un’ennesima svolta, questa volta prevista, dopo l’accordo siglato negli scorsi giorni dall’ex europarlamentare Pd-Art.1 che ha deciso di collaborare con i giudici per svelare nomi e modalità di corruzione del cosiddetto “Qatargate”. È di ieri la nota ufficiale del giudice istruttore di Bruxelles, Michael Claise, inviata alla Procura di Brescia, con cui il Belgio rinunciava ufficialmente alla consegna di Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni.



Sono attese in giornate le udienze davanti alla Camera di Consiglio del Tribunale di Bruxelles per il riesame della custodia cautelare in carcere di Niccolò Figà-Talamanca e Francesco Giorgi, che si sono però professati in maniera diametralmente opposta sull’indagine Qatargate: il rappresentante della ong fondata da Emma Bonino (“No Peace Without Justice”) si dice del tutto innocente e senza essere mai entrato nel giro della corruzione, l’ex assistente di Panzeri e Cozzolino invece è stato il primo a collaborare con i giudici rivelando alcuni passaggi del presunto giro d’affari tra i Paesi extra Ue e il Parlamento europeo.

GIUDICI BELGIO IN PROCURA A MILANO PER INDAGINI ULTERIORI SUL QATARGATE

Nel frattempo proseguono le indagini su più fronti, con il team di investigatori diretto in persona dal giudice Michael Claise giunto ieri in Procura a Milano per analizzare l’immensa mole di materiale documentale ed elettronico sequestrato a famiglia Panzeri fin dalle prime fasi delle indagini sul Qatargate. Come spiega SkyTg24, dopo un colloquio con il Procuratore di Milano Marcello Viola (che sta valutando se aprire un fascicolo autonomo per riciclaggio, visto anche l’arresto della commercialista Bellini) i giudici belgi si sono recati negli uffici distaccati della polizia giudiziaria in quota alla Guardia di Finanza.

Hanno analizzato conti correnti, rapporti bancari ma anche preso copia forense di pc, Devices e smarthpone sequestrati nelle residenze italiani dei Panzeri e di Monica Rossana Bellini: da quanto emerge dalle cronache interne al Tribunale milanese citate oggi dal “Fatto Quotidiano”, gli investigatori del Qatargate stanno copiando solo il materiale selezionato in base a parole chiave e, quindi, utile alle indagini. Da ultimo, verranno acquisite le copie dei documenti cartacei e degli estratti conto di tutte le persone italiane coinvolte nell’inchiesta che ipotizza, ad oggi, presunte tangenti versate da Qatar e Marocco in cambio di pressioni su esponenti del Parlamento Ue.