SVOLTA QATARGATE: ANTONIO PANZERI COLLABORA CON LA PROCURA

Al termine dell’udienza ad Antonio Panzeri nell’ambito del Qatargate arriva la prima vera svolta nelle indagini dopo gli arresti dello scorso 9 dicembre: l’ex eurodeputato Pd-Art.1 si è pentito, decidendo così di collaborare con la giustizia belga per rivelare tutte le informazioni possibili sul giro di affari illegale tra Parlamento Ue, Qatar e Marocco. Lo dice la Procura di Bruxelles riferendosi alla maxi inchiesta sulla sospetta frode all’Europarlamento: «importante evoluzione nelle indagini», spiegano i giudici belgi, «uno dei protagonisti importanti del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, ha firmato un memorandum con il procuratore federale, in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i pentiti». Il termine utilizzato dalla Procura belga è proprio nell’italiano “pentiti” in quanto «ispirato alla legge italiana che consente le inchieste di mafia».



Panzeri è accusato di aver partecipato ad una organizzazione criminale in qualità di dirigente, di riciclaggio di denaro e di corruzione pubblica, attiva e passiva: ebbene, si impegna nel memorandum firmato oggi con la Procura Federale, ad «informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto». In cambio delle informazioni rese da pentito nelle prossime settimane, Panzeri dall’inchiesta Qatargate dovrebbe ottenere uno sconto di pena che includerà comunque «il carcere, un’ammenda e la confisca di tutti i vantaggi patrimoniali acquisiti, valutati per ora a 1 milione di euro». D’ora in poi, fino a possibili altre svolte sulle indagini, «nessun’altra informazione sarà data per ora. La stampa verrà informata di eventuali nuovi sviluppi attraverso un comunicato», conclude la Procura. Secondo quanto rivelato da fonti del “Corriere della Sera” e del quotidiano belga “Les Ecco”, «Panzeri avrebbe confessato alla giustizia belga di aver versato a rate una somma tra i 120mila e i 140mila euro al collega socialista Marc Tarabella». Non solo, l’ex dem avrebbe anche invitato i giudici a «verificare la posizione dell’europarlamentare dem Andrea Cozzolino». Prossimeremo udienza prevista per il riesame della custodia cautelare di Panzeri dovrebbe tenersi entro un mese, cioè a febbraio, e non dopo due mese come inizialmente emerso dalle precedenti fonti Ue.



GIUDICI CONFERMANO CARCERE PANZERI: “ALMENO ALTRI DUE MESI”

Pier Antonio Panzeri dovrà rimanere in carcere per almeno altri due mesi: lo hanno deciso i giudici della Camera di Consiglio a Bruxelles dopo la seconda udienza con il principale accusato sull’inchiesta Qatargate. Presente in aula assieme all’avvocato Laurent Kennes, l’ex europarlamentare si è visto confermare il carcere fino almeno a metà marzo, rinunciando a ricorrere in appello contro la decisione della procura belga. Nelle stesse ore tornava a parlare l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Toller, rendendo noto che l’europarlamentare socialista ha ricevuto la proposta diretta della capogruppo di S&D Iratxe Garcia Perez di “autoescludersi” dal gruppo.



Pare infatti che i socialisti abbiano chiesto direttamente a Tarabella di farsi da parte qualora il Parlamento arrivasse a votare la revoca dell’immunità nei suoi confronti: «Non può accettare questa proposta di autoescludersi dal gruppo dei Socialisti e Democratici», replica il legale, «La presunzione di innocenza non può essere cancellata sotto il peso di articoli di stampa o accuse azzardate da parte di detenuti». Secondo Toller, la situazione di Tarabella è inqualificabile: «ha sempre affermato e rivendica ancora la sua innocenza, non ha mai ricevuto denaro o regali in cambio delle sue opinioni politiche. L’europarlamentare non si nasconderà dietro la sua immunità parlamentare, che ne chiederà addirittura la revoca se può aiutare la giustizia e gli inquirenti nelle loro indagini e far luce su tutto questo». Chiosando il suo intervento, l’avvocato di Tarabella sul fronte Qatargate rileva «Se una persona fosse condannata, sarebbe comprensibile che venisse esclusa, ma quando non viene accusata, e nemmeno ascoltata, sembrerebbe prematuro e soprattutto ingiusto». Secondo fonti dirette dell’ANSA, pare che la prima riunione della commissione giuridica dell’Eurocamera sulla procedura di revoca delle immunità per Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, si terrà 23 gennaio a Bruxelles: i due europarlamentari, a porte chiuse, verranno ascoltati dalla commissione Juri.

QATARGATE, UDIENZA PER PANZERI: LA PROTESTA DEI LEGALI

Si tiene oggi a Bruxelles la nuova udienza per Antonio Panzeri, uno dei quattro attuali indagati (e sotto arresto) per la maxi-inchiesta Qatargate: l’ex eurodeputato socialista in carcere dal 9 dicembre scorso (con l’accusa di corruzione e riciclaggio) verrà ascoltato oggi per la seconda volta dal giudice titolare dell’indagine sulle presunte tangenti dal Qatar all’Europarlamento. Panzeri «sarà presente questa mattina davanti alla Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles», spiega all’ANSA l’avvocato Laurent Kennes, che però sottolinea come «Oggi non faremo commenti di alcun genere, tutte le dichiarazioni le faremo alla giustizia».

Resta forte la critica della difesa di Antoni Panzeri contro le “fughe” di notizie delle scorse settimane sull’intera vicenda Qatargate: «In venticinque anni ho visto raramente fughe di notizie come ne ho viste su questo dossier, per questo motivo ho deciso di non fare commenti, perché crediamo che inquini l’inchiesta», attacca l’avvocato arrivando al Palais de Justice di Bruxelles. Molti elementi sull’inchiesta, sottolinea ancora Kennes, sono stati scoperti solo tramite la stampa: «Leggendo La Repubblica e Le Soir abbiamo scoperto cose che non sapevamo, è qualcosa di abbastanza straordinario. Il pericolo è che venga inquinata l’inchiesta».

SCATTA PROCEDURA PER COZZOLINO E TARABELLA DOPO INCHIESTA QATARGATE

Sempre secondo l’avvocato di Panzeri, tutto questo enorme materiale emerso dalle intercettazioni e “fughe di notizie” dalla Procura di Bruxelles sul Qatargate rischiano «di avere effetto sulle due persone per cui è stata chiesta la rimozione dell’immunità che non sono state ancora interrogate e che verranno interrogate più tardi». Kennes si riferisce agli europarlamentari del gruppo S&D Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, di cui ieri è stata avviata la procedura di revoca dell’immunità parlamentare presso l’Europarlamento. «Gli elementi del dossier sui quali verranno interrogati parzialmente sono già comunicati e questo nuoce alla qualità dell’inchiesta e alla sua credibilità. Quando un professionista comunica delle informazioni senza avere l’autorizzazione del tribunale o degli avvocati della difesa nell’interesse del loro cliente commette un reato penale», conclude la difesa legale dell’ex Pd, oggi in Articolo 1.

La presidente del Pe Roberta Metsola, dando il via ai lavori della Plenaria ieri, ha annunciato l’inizio della procedura di revoca dei due eurodeputati, richiesta dalla giustizia belga: sarà la commissione Juri che dovrà prendersi carico dell’intero iter che potrebbe concludersi con la revoca effettiva nella Plenaria di febbraio. Da più parti viene ormai dato per certo che nelle prossime settimane si renderà ufficiale l’indagine a carico di Cozzolino e Tarabella sempre sul fronte Qatargate. «L’Eurocamera è sempre stata una istituzione aperta, e il principio di apertura genera fiducia, qualsiasi tipo di abuso degli strumenti creati per questo scopo deve essere affrontato in maniera incisiva. Il Qatargate ha portato alla necessità di ripristinare la fiducia dei cittadini europei, e noi daremo una risposta», afferma la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Intanto da ieri è giunta notizia che la Corte d’Appello di Brescia ha dato il via libera alla consegna al Belgio della moglie e della figlia dell’ex eurodeputato, Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, anche loro indagate per il presunto coinvolgimento nel giro di soldi e regali dal Qatar e dal Marocco. Si attende ora il più che probabile ricorso alla Cassazione per la figlia di Panzeri, già presentato invece dalla linea difensiva della moglie: se non dovessero vincere il ricorso però il carcere in Belgio diverrebbe l’immediata conseguenza.