Cara Ursula von der Leyen, se dobbiamo continuare a fidarci della Commissione europea che tu presiedi è venuto il momento in cui si dissipino tutti i sospetti sull’accordo fatto da te con Pfizer sul siero antiCovid.

E non ci riferiamo alla spesa più onerosa della storia dell’Unione Europea: 71 miliardi di euro per 10 dosi pro capite, neonati compresi, quantità esorbitanti, che hanno fatto storcere il naso alla Corte dei Conti.



Ci riferiamo a quella trattativa solo con Pfizer, da cui hai escluso la squadra negoziale della Commissione per condurla tu, personalmente e segretamente, con il Ceo Albert Bourla, che portò a casa per l’Azienda farmaceutica americana la metà di tutta la spesa fatta dall’Unione. Quando a gennaio il difensore civico pretese la divulgazione dei messaggi scritti scambiati con Bourla, hai aspettato 6 mesi per mandare a dire che non li trovavi più. Forse anche per questo il capo di Pfizer ha dato due volte buca al Parlamento europeo che ne chiedeva l’audizione. In fondo un po’ di cautela non guasta, visto che l’azienda americana in passato è stata più volte condannata nei tribunali per aver corrotto a destra e a manca (anche in Italia) e costretta a pagare circa 3 miliardi di dollari in multe per scandali vari.



Certo, di trasparente c’è poco in tutta questa vicenda se persino l’ente regolatore del governo americano (Fda) ha detto che ci vorranno 55 anni per condividere i dati – tuttora secretati – che hanno portato all’autorizzazione dei cosiddetti “vaccini” antiCovid, compresi quelli sugli effetti avversi.

Ma visto che il giornale americano Politico e il tedesco Welt hanno condotto un’inchiesta secondo cui funzionari degli Usa, dell’Ue e dell’Oms si sono prestati in cambio di “mance” per 8,3 milioni di dollari ad aiutare l’attività lobbistica di 4 organizzazioni “filantropiche” in favore dello sdoganamento dei “vaccini” presso le sacre stanze del potere di Washington e Bruxelles, capisci bene, cara presidente, che vorremmo essere rassicurati.



Niente di personale ovviamente. Figurati che noi in Italia quelli come te li accogliamo a braccia aperte alla Scala con tanto di standing ovation e anzi a tuo marito – dirigente di Orgenesis, coinvolta nello sviluppo dei sieri a mRna – destiniamo addirittura una quota dei 320 milioni di Pnrr affidati all’Università di Padova. Meglio di così…

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