QATARGATE, LE INTERCETTAZIONI CHE INGUAIANO MARIA ARENA (E CONFERMEREBBERO I TIMORI DI EVA KAILI)

Sembra passata un’eternità da quanto l’inchiesta Qatargate segnava il centro della politica e cronaca internazionale: il presunto scandalo di tangenti e sistema di corruzione da Medio Oriente e Marocco venne scoperto all’interno del Parlamento Europeo, con alcuni protagonisti nell’area socialista-progressista che tutt’ora restano indagati anche se nessuno più in carcere dopo i primi mesi di arresti preventivi. Come riporta il “Corriere della Sera” citando le intercettazioni ricevute da fonti dirette dell’inchiesta Qatargate, molto sembra non tornare specie nelle decisioni prese su indagati come Maria Arena – l’europarlamentare belga S&D – e il Ministro del lavoro del Qatar Ali bin Samikh Al Marri.



«Se ci sei tu allora io raccolgo più soldi»: così avrebbe detto Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare di Articolo Uno al centro delle indagini e successivo “pentito” sul sistema di corruzione tra Qatar e Parlamento Ue, alla collega Maria Arena nelle intercettazioni citate negli atti del Qatargate. Il ragionamento è molto semplice: nonostante un ruolo di prim’ordine nelle indagini iniziali, Arena non venne subito coinvolta nel Qatargate, tanto da venir poi contestata dalla ex vicepresidente dell’Europarlamento, Eva Kaili, che accusò gli inquirenti di avere favorito l’europarlamentare socialista del Belgio. Gli indizi principali su Arena emergeranno solo una volta che il giudice Michael Claise ha lasciato il Qatargate, una volta infatti emerso che suo figlio Nicolas Claise era socio di quello di Arena, Ugo Lemaire. Politico di spicco in Belgio, Arena nonostante fosse protetta dall’immunità parlamentare, viene intercettata nell’agosto 2022 mentre con Panzeri parla di “soldi e appalti”: qui lui le dice «Se ci sei tu allora io raccolgo più soldi. […] I soldi ci sono, ma io vorrei aumentarli, perché secondo me sei forte per certe cose».



DA MARIA ARENA AL MINISTRO DEL QATAR: COSA NON TORNA NELL’INCHIESTA QATARGATE

Sempre secondo le intercettazioni e gli atti della Procura di Bruxelles in merito all’inchiesta Qatargate, il nome di Maria Arena – che nel frattempo ha sempre ribadito di non essere responsabile per le eventuali attività del figlio, allontanando anche tutte le altre accuse piovute da Panzeri e Kaili nelle rispettive deposizioni – rispunta in altre parti delle indagini: «Arena viene registrata quando dice ad Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore di Rabat in Polonia considerato l’altro pagatore di tangenti, che suo figlio Ugo Lemaire, 32 anni, sta per recarsi in Marocco», riporta il “Corriere”.



Il giudice Claise però nell’annotare tutti i dettagli dei compagni di viaggio del figlio di Maria Arena, in maniera “curiosa” sembra dimenticare di inserire quelli di Nicolas Claise, suo figlio per l’appunto: «L’informativa entra negli atti solo il 19 luglio, a ben 8 mesi dagli arresti e dopo che emerge la storia della società tra i giovani. A casa di Ugo Lemaire vengono scoperti 280 mila euro in contanti, ma né lui né la madre subiranno conseguenze», conclude il Corriere. Lo stesso Panzeri, sebbene in un primo momento avesse fatto il nome di Arena nelle tante dichiarazioni sugli affari del Qatargate, ha poi ritrattato davanti ai giudici: «esclude Arena coinvolgendo Kaili, Cozzolino e Lara Comi», riporta il quotidiano milanese. Altro elemento poco chiaro è perché l’europarlamentare oggi sospeso dal Pd, Andrea Cozzolino, è stato più di 3 mesi in carcere con accuse di molto inferiori alle presunte responsabilità di Ali bin Samikh Al Marri, il ministro del Qatar considerato il principale corruttore nell’inchiesta sulle interferenze sul Parlamento europeo di Qatar e Marocco. Al Marri resta indagato ma finora dall’inchiesta Qatargate non sono emersi interrogatori e ipotesi di andare a processo.