LE NOVITÀ SUL QATARGATE: “PANZERI FARÀ ALTRI 10 NOMI”, PREVISTE “TURBOLENZE”

Secondo quanto trapelato dalle fonti di inchiesta Qatargate sui media del Belgio, l’imputato arrestato e “pentito” Pier Antonio Panzeri dovrebbe fare al giudice istruttore Michael Claise almeno «altri 10 nomi» di potenziali coinvolti nel maxi giro di corruzione tra Qatar, Marocco e altri Paesi. Secondo l’eurodeputata tedesca dei Verdi/Ale Hannah Neumann, contattata dall’Adnkronos, potrebbero emergere diverse turbolenze all’orizzonte in Parlamento Ue per i nomi che Panzeri potrebbe fare a stretto giro (sfruttando l’accordo siglato giorni fa per il quale, ad esempi, primi esiti sono stati la scarcerazione della moglie Maria Dolores Colleoni e la figlia Silvia).



Neumann, che a Strasburgo è la presidente della Darp (delegazione del Parlamento per i rapporti con la Penisola Arabica, dunque incluso anche il Qatar), ritiene che gli sconvolgimenti sul Qatargate possono essere solo all’inizio. «Penso – afferma all’Adnkronos – che sia troppo presto per dirlo. Sappiamo che Pier Antonio Panzeri sta collaborando e che farà probabilmente altri nomi. Se è vero che farà una decina di nomi, come si dice, allora l’inchiesta avrà una seconda spinta». La liberazione di moglie e figlia, secondo l’europarlamentare, sarebbe la riprova della volontà di Panzeri di voler passare come “testimone speciale”: «Lo scandalo – corregge Neumann in merito all’ipotesi circolata che l’inchiesta sia solo una questione di “cerchia attorno Panzeri” – è già piuttosto grosso. Non mi azzarderei a dire che non è poi così grosso. E, se Panzeri farà altri nomi, ci saranno altre turbolenze. Vediamo che nomi farà: io non ho alcun timore, perché sono sicura di non avere accettato alcunché. Gli altri non so».



NUOVO FILONE QATARGATE ANCHE A MILANO? I DOSSIER DEI PM BELGI

Si ritiene che i nomi possano coinvolgere anche altre nazionalità e non solo europarlamentari o funzionari italiani: «vediamo se Panzeri fa dieci nomi e, poniamo, alcuni sono tedeschi, allora tornerà una vicenda grossa. Mi attendo che vengano coinvolte persone di altre nazionalità? E’ quello che si dice: vedremo se sarà vero o falso», ha concluso la n.1 della Darp Neumann sugli sviluppi a breve dell’indagine Qatargate. Nel frattempo, sempre da fonti di media a Bruxelles, emerge come Francesco Giorgi – ex assistente dell’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e attuale assistente di Andrea Cozzolino (Pd) – avrebbe conservato sull’archivio Google Drive tutti i passaggi della creazione della società di consulenza “Equality”, definita «una struttura legale attraverso cui gestire il flusso di denaro» al centro dell’inchiesta Qatargate.



Tale informazione sarebbe contenuta nel mandato di arresto europeo spiccato negli scorsi giorni alla commercialista Monica Rossana Bellini, la quale con Silvia e Pier Antonio Panzeri – oltre allo stesso Giorgi – avrebbero lavorato per la creazione di tale società attualmente in via di liquidazione. In vista dell’udienza attesa il 31 gennaio per la commercialista dei Panzeri, occorre capire quale sia stato il suo vero ruolo all’interno del giro di denaro proveniente dal Qatar. L’idea – avrebbe detto il compagno di Eva Kaili al giudice istruttore belga Michel Claise – di creare un veicolo legale sarebbe stata di Panzeri: «All’inizio del 2019 credo, ma potete trovare tutto sul mio Google Drive, Panzeri – si legge nel mandato di arresto europeo di Belli, che riporta appunto alcuni virgolettati del compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo – ha pensato che invece di prendere i soldi in contanti, di mettere in piedi una struttura legale, alla quale avremmo potuto partecipare, soprattutto lui perché io avevo il mio lavoro, e quindi gestire il flusso di denaro in modo legale». Nel frattempo emerge con sempre più chiarezza come nei prossimi giorni potrebbe essere aperto ufficialmente un nuovo filone di indagine Qatargate anche a Milano: dopo i materiali visionati dai pm belgi nella Procura di Milano, le attività di Bellini e Panzeri potrebbero essere messe sotto lente degli investigatori anche per eventuali illeciti compiuti in Italia. Si legge sull’Adnkronos come la due giorni di visita dei procuratori belgi a Milano potrebbe prevedere presto un nuovo scambio di informazioni: «la Procura milanese sarebbe intenzionata in tempi brevi ad aprire un fascicolo autonomo con l’ipotesi di riciclaggio».