Nello scandalo Qatargate viene tirata in ballo anche Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia. A fare il suo nome è Antonio Panzeri, ricostruendo il 13 febbraio scorso la rete dei politici a libro paga di Qatar, Marocco e Mauritania. Ha parlato di un incontro a Doha, avvenuto nella primavera del 2019, col ministro Al Marri, Francesco Giorgi, Boudjellal, Andrea Cozzolino e appunto Lara Comi. “Penso che Eva Kaili fosse presente, ma la decisione presa, in termini di denaro per i deputati, includeva anche lei“. Alla fine, i qatarini hanno deciso di mettere a disposizione per le campagne elettorali dei tre, 250mila euro ciascuno. “Ed è stato fatto“. Queste parole sono contenute in uno dei documenti visionati da Repubblica con Le Soir e Knack.



L’ex europarlamentare del Pd ha parlato anche di presunti finanziamenti dal Qatar per la campagna di Susanna Camusso a leader del sindacato mondiale, oltre che delle presunte pressioni di Kaili sul capo del calcio mondiale, Gianni Infantino, a causa del problema dei visti. Dunque, Panzeri ha partecipato all’accordo con cui Cozzolino, Comi e Kaili avrebbero accettato i fondi dal Qatar. “Queste persone accettavano denaro in cambio della tutela degli interessi del Qatar come parte del loro lavoro parlamentare. Si stabilì che Giorgi assumesse il ruolo di assistente di Cozzolino. I soldi sono arrivati a casa sua, un milione e 250mila euro in contanti. C’erano anche 250mila euro per me e per lui“.



QATARGATE, LA BORSA PER LARA COMI

Antonio Panzeri ha svelato che nel 2019 Lara Comi lo chiamò chiedendogli un favore: “Se potevo ritirare una borsa dal suo appartamento a Bruxelles e metterla da parte“. L’ex europarlamentare del Pd era a Milano, quindi chiese all’assistente Giuseppe Meroni di ritirare quella borsa. Poi l’esponente di Forza Italia venne arrestata nell’inchiesta ‘Mensa dei poveri’. Quindi, Panzeri sarebbe andato da Meroni e avrebbe aperto la borsa, scoprendo il contenuto: “Ho visto dei vestiti e dei libri vuoti all’interno, con contanti tra 60 e 70mila euro, non li ho contati. Quindi ho preso tutto, ho deciso di buttare via i soldi nella spazzatura. Meroni ha visto i soldi ma non ha preso niente“. Ma Panzeri, come riportato da Repubblica, ha dichiarato anche di aver parlato con Lara Comi dopo quell’episodio: “Le ho solo detto che i soldi non c’erano più. (…) Sulla borsa, le ho detto che il caso è chiuso e non mi ha chiesto altro. Non so da dove vengano i soldi di questa borsa“. Pertanto, non ha ricostruito se si trattasse di parte dei 250mila euro legati all’accordo col Qatar o di una somma per altre vicende. Ma l’avvocato Gian Piero Biancolella, legale di Lara Comi, ha precisato che la sua assistita “non ha mai accettato finanziamenti illeciti per la campagna 2019“.



QATARGATE, IL SOSTEGNO A SUSANNA CAMUSSO

Per quanto riguarda il sostegno a Susanna Camusso, ci fu un altro incontro: erano presenti, oltre a Panzeri, Giorgi, Al Marri e Boudjellal. Quando chiesero chi fosse l’italiana candidata, Panzeri disse che conosceva Camusso in quanto erano stati nello stesso sindacato, la Cgil. “Mi dicono che l’avrebbero incontrata volentieri e l’avrebbero aiutata. Ho parlato con lei a Milano e mi dice di essere disponibile per questo incontro, che si è tenuto poche settimane dopo“. Non si sarebbe parlato di soldi, ma di aiuti ai sindacati africani e al Medio Oriente. “Non mi è stato chiesto di supportare il Qatar in nessun modo, né si è parlato mai di denaro. So che alcune donazioni sono state ricevute da altri sindacati per le organizzazioni più povere. Non ero coinvolta direttamente e non conosco i dettagli“, la replica della Camusso.