REVOCA IMMUNITÀ PER COZZOLINO E TARABELLA: LE NOVITÀ SUL QATARGATE
Il Parlamento Europeo ha aperto ufficialmente ieri la procedura per la revoca dell’immunità parlamentare agli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi del gruppo S&D: l’affaire Qatargate continua ad imperversare ai vertici dell’Europa e ora rischia di entrare realmente nella sua “fase 2”, con le indagini che si allargano ad altri nomi oltre ai primi 4 arresti (Eva Kaili, Francesco Giorgi, Antonio Panzeri e Niccolò Figà-Talamanca). La procedura di urgenza per la revoca dell’immunità dei due europarlamentari verrà ufficialmente aperta dalla Presidente Roberta Metsola alla prima plenaria utile dell’Eurocamera, lunedì 16 gennaio a Strasburgo: a causa però di tempi tecnici necessari, non dovrebbe concludersi prima del 13 febbraio riportano oggi fonti Ue del “Post”.
Al netto delle tempistiche, rischiano di entrare nel registro degli indagati nuovi nomi potenzialmente coinvolti nella “squadra” di amici e sodali dell’ex europarlamentare dem Panzeri: in particolare modo, Cozzolino e Tarabella – al momento comunque non indagati e nemmeno sentiti dagli inquirenti – sarebbero coinvolti nel giro di affari e tentativi di “condizionamento” delle votazioni all’Eurocamera su Qatar, Marocco e Mauritania. «Il Partito Democratico voterà a favore della revoca dell’immunità degli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella»: lo ha detto oggi ad “Agorà” Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico e membro supplente della Juri, ovvero la commissione giuridica del Parlamento europeo che dovrà valutare la richiesta di revoca dell’immunità richiesta dalla magistratura del Belgio per i due europarlamentari coinvolti nell’inchiesta sul Qatargate. Sempre per Benifei – tra l’altro lui stesso inserito, secondo i giudici belgi, nella lista di “amici” di Panzieri assieme alla collega dem Alessandra Moretti – in merito al Qatargate, «emerge come oggi ci sia la necessità di dirci che chi fa politica quando finisce non può fare qualsiasi cosa. Ora serve una reazione di sostegno sul fronte della magistratura: noi sosterremo le richieste della magistratura di revocare le immunità».
QATARGATE, PANZERI VS COZZOLINO: COSA HA DETTO AI PM
Tanto Andrea Cozzolino quanto Marc Tarabella hanno fatto sapere nei giorni scorsi che volentieri andrebbero dai giudici a raccontare la loro versione sull’immane inchiesta del Qatargate che ancora al principio già fa tremare i vertici del Parlamento Europeo e della Commissione Ue. Lo scorso 10 dicembre già gli inquirenti avevano perquisito l’abitazione di Tarabella all’indomani dell’arresto di Francesco Giorgi e Antonio Panzeri: «Fin dall’inizio di questo caso, Marc Tarabella ripete di essere a disposizione della giustizia e ha anche chiesto di essere ascoltato rapidamente per potersi difendere», fa sapere oggi il suo avvocato, Maxim Toller, sottolineando come l’Europarlamento socialista sia disposto a rinunciare all’immunità parlamentare.
Tanto Tarabella come Cozzolino sottolineano di non avere nulla a che fare con le tangenti in arrivo da Qatar e Marocco per privilegi e favori nelle votazioni in Parlamento Ue: ai giudici inquirenti però era stato lo stesso Panzeri a raccontare nei primi interrogatori come il nome di Andrea Cozzolino andasse controllato a fondo. «Io non ho prove ma voi dovreste controllarlo. È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente ed è responsabile di chiedere risoluzioni d’urgenza», spiegava l’ex sindacalista oggi esponente di Articolo 1, aggiungendo. Secondo gli investigatori, spiegano le fonti di indagine dal Belgio, Panzeri e Cozzolino avrebbero anche viaggiato a Rabat, incontrando esponenti dei servizi di sicurezza marocchini: Tarabella invece sarebbe andato a Doha, violando il divieto del suo partito socialista. Non solo Panzeri, anche Eva Kaili nei suoi interrogatori ha sottolineato come nei 750 mila euro trovati nella casa sua e di Giorgi, «il mio compagno custodiva qualcosa per Panzeri e forse anche per il suo boss attuale Cozzolino». Per il momento sono solo illazioni, esattamente la presenza di Cozzolino e Tarabella alla seduta della commissione diritti umani dedicata al caso Qatar dello scorso 14 novembre: ospite era il ministro del lavoro del Qatar, Ali ben Samikh Al-Marri e secondo gli inquirenti del Qatargate quell’incontro sarebbe stato preparato da Panzeri per far emergere i progressi del Parlamento Ue in merito agli elogi all’emirato in materia di diritti umani.