Un mese dopo lo scoppio del Qatargate, lo scandalo di corruzione che coinvolge però anche il Marocco, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha presentato ai presidenti dei gruppi politici dell’Assemblea le sue proposte di intervento, con l’auspicio che entrino in vigore nel giro di un mese. Il suo piano anti corruzione si articola in 14 punti, volti a contrastare conflitti di interesse e prevenire interferenze di Paesi terzi. Ad esempio, gli eurodeputati dovranno dichiarare sistematicamente i lavori che svolgono in Ue, le mansioni che ricoprono al di fuori del loro mandato legislativo e, una volta lasciato il Parlamento, non dovrebbero essere autorizzati a svolgere attività di lobby per un periodo ancora da definire.
Roberta Metsola è consapevole che quest’ultimo è uno dei punti più difficili, ma si sta battendo anche per far pubblicare tutte le riunioni che riguardano un testo legislativo. Attualmente solo i presidenti di commissione e relatori sono tenuti a farlo. Inoltre, sostiene l’abolizione dei gruppi di amicizia tra Ue e Paesi terzi, che non sono soggetti ad alcun controllo. Per ora c’è consenso sulle proposte di Metsola, anche sei Verdi, sinistra radicale (GUE) e liberali di Renew ritengono che non vadano abbastanza lontano. Ma quando tali proposte verranno approfondite, i dibattiti saranno più accesi.
QATARGATE, “DARÒ SCOSSA AL PARLAMENTO UE”
In un’intervista rilasciata a cinque giornali europei, Roberta Metsola ha spiegato che lo scandalo Qatargate dimostra che l’Ue ha a che fare «con una corruzione criminale della natura più elementare, fondamentale e storica». Storica perché i crimini ci sono sempre stati, il problema è l’applicazione delle regole che ci sono nel Parlamento europeo. «Dobbiamo iniziare ad applicare le regole esistenti e poi renderle più severe. Dobbiamo iniziare a far rispettare le regole esistenti e poi inasprirle. Dobbiamo mettere in atto dei firewall che diano l’allarme prima in caso di pratiche illegali». Fino a quando non ci sarà una riforma, ci saranno più sanzioniDarò una scossa al Parlamento europeo. Ci sono regole che avrebbero potuto essere implementate prima, cose che avrebbero potuto essere fatte prima, ma non lo sono state». I parlamentari e la stessa istituzione europea devono assumersi le loro responsabilità. «Ora dobbiamo ripristinare la fiducia nel Parlamento europeo che è stata costruita in vent’anni e che è stata distrutta in pochi giorni». L’immagine dell’Ue è stata danneggiata, ma non definitivamente. Neppure le critiche del primo ministro ungherese Viktor Orban ci riusciranno secondo Roberta Metsola. «Il primo ministro di cui parla vuole distruggere il progetto europeo. È ingiusto? Sì. Devo ignorarlo? No. La risposta è fare meglio. E farlo rapidamente, in modo da poterci concentrare sugli importanti dossier legislativi di cui dobbiamo occuparci, che si tratti di migrazione, transizione climatica, industria o energia. Questo è ciò che i cittadini aspettano e ho promesso agli eurodeputati che saremo in grado di farlo».