PM QATARGATE CONTRO LA ONG DI FIGÀ-TALAMANCA E BONINO: COSA SUCCEDE
Dopo che lo scorso 22 febbraio è stata perquisita la sede romana della ong fondata da Emma Bonino e gestita da Niccolò Figà-Talamanca (uno dei primi arrestati, ora liberato, perché indagato sull’inchiesta Qatargate), torna sotto i riflettori dei pm belgi l’organizzazione “No Peace Without Justice”: pur non essendo ufficialmente ancora indagata, la ong è considerata una potenziale componente del maxi giro di affari&corruzioni parzialmente svelata dal “pentito” Pier Antonio Panzeri. Secondo quanto riportato ieri da “La Verità”, il giudice istruttore di Bruxelles Michel Claise avrebbe ordinato il sequestro e il blocco del conto italiano della ong fondata nel 1993 da Emma Bonino e gestita in tutti questi anni da collaboratori gravitanti il mondo dei Radicali.
Indagato Figà-Talamanca (che si dice innocente fin dai primi momenti dell’indagine Qatargate) ma anche, per riciclaggio, l’ex segretaria del Partito radicale Antonella Casu e tesoriera del comitato “Non c’è pace senza giustizia”. Dopo la scarcerazione dello storico collaboratore di Emma Bonino lo scorso 3 febbraio sembrava che il “filone” sulla ong italiana fosse quasi del tutto concluso e invece nell’Ordine Europeo di Indagine (OEI), visionato da “La Verità”, a fine gennaio il giudice del Qatargate ritiene ancora centrale scoprire le attività e i movimenti bancari della “No Peace Without Justice”. Da qui scattano le perquisizioni sulla sede romana e per la tesoriera Casu. «“Nell’ambito del fascicolo abbiamo svolto un’indagine finanziaria dalla quale è emerso il conto bancario di “Non c’è pace senza giustizia””», che sembrerebbe aver alimentato i rapporti bancari di alcune “asbl belghe” (associazioni senza scopo di lucro). Per questo, gli inquirenti di Bruxelles ritengono che “il finanziamento di questo conto potrebbe essere sospetto”», si legge nel documento presentato dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.
QATARGATE, I POSSIBILI NUOVI FILONI E I CHIARIMENTI UE
Al netto della richiesta di bloccare tutti i conti della ong di Bonino e Figà-Talamanca – controlli in particolare su titoli, contanti, documenti e conti bancari all’estero in relazione alle persone sospette del Qatargate – al momento resta il mistero che tale sequestri ancora non è stato disposto. «Per quanto è a nostra conoscenza non vi è stato alcun blocco o sequestro del conto corrente intestato al comitato “Non c’è pace senza giustizia”, non essendoci stato notificato alcun provvedimento di sequestro specifico. Come già detto all’indomani dell’attività di assistenza alla richiesta proveniente dalle autorità inquirenti belgi, la mia assistita ha manifestato immediata disponibilità sia nel corso della perquisizione che nel corso dell’interrogatorio. In ragione di quanto avvenuto, siamo certi che la Casu abbia fornito ampie delucidazioni in grado di diradare ogni dubbio o sospetto sulla sua cristallina attività svolta nell’interesse del comitato», ha spiegato a “La Verità” l’avvocato della Casu, Giampaolo Catanzariti. Lo scorso gennaio, interrogata dai cronisti in merito alle vicende legate alla “sua” ong Emma Bonino replicò secca «C’è un’istruttoria in corso, parlano gli avvocati, non ho nulla da aggiungere».
La tesi di Bruxelles è che vi siano da tempo degli Stati “corruttori” che versano denaro sul conto di società con sede all’estero e, in secondo luogo, il denaro venga poi versato su uno dei conti di una ong di proprietà di Talamanca il cui ruolo «parrebbe essere quello di garantire che il denaro venga poi convogliato ai destinatari della corruzione», scriveva gip di Aosta Giuseppe Colazingari nel suo decreto, firmato il 20 dicembre, in merito al sequestro preventivo di un appartamento acquistato a Cervinia da Figà-Talamanca. L’accusa è che quell’immobile fosse stato acquistato con soldi in arrivo dal Qatar. Dopo le ultime dichiarazioni di Panzeri rese davanti ai pm del Qatargate che pongono sospetti e accuse su diversi altri nomi “tangenziali” agli affari con il Qatar – da Lara Comi a Susanna Camusso – secondo quanto trapela alla “Verità” la Procura di Milano starebbe valutando l’eventuale apertura di ulteriori filoni dopo l’ultimo fascicolo aperto giusto la scorsa settimana. Sia l’ex FI che l’ex segretaria CGIL hanno smentito su tutta la linea di avere legami con le presunte tangenti in arrivò a Qatar e Marocco.