QATARGATE, LE PRESUNTE PRESSIONI DI PANZERI CONTRO DI MAIO

In attesa che le prossime udienze sull’inchiesta Qatargate possano fornire eventuali spiegazioni in più sull’intricato e ancora nebuloso giro di affari e corruzione tra Qatar-Marocco e Parlamento Europeo, novità importanti arrivano dalle intercettazioni depositate dai giudici di Bruxelles nei mesi di fitte indagini su Pier Antonio Panzeri ed Eva Kaili (poi arrestati lo scorso 9 dicembre con le gravi accuse di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere). Come rivela oggi “La Repubblica” citando il dossier mostrato dai giudici della Procura di Bruxelles, nasce tutto da un invio errato di documenti riservati direttamente all’Alto Rappresentante per la Politica Estera in Ue, Josep Borrell.



In sostanza Cristina Castagnoli, responsabile dell’Unità per la Democrazia e le lezioni del Parlamento europeo, manda una nota interna confidenziale preparata da Francesco Giorgi (compagno di Kaili ed ex assistente di Panzeri) per l’ex Presidente greco Dīmītrīs Avramopoulos. Il problema è che quella nota, forse per errore, finisce direttamente a Borelll: in sostanza, Panzeri con Giorgi avrebbero compiuto – secondo i pm belgi del Qatargate- una “involontaria” pressione su Borrell per nominare come rappresentante speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico non Luigi Di Maio ma proprio il greco Avramopoulos, facendo anche intendere che sarebbe potuta essere «d’aiuto» l’allora vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili. La polizia belga e gli inquirenti sul Qatargate, al momento, credono alla versione dell’errore ma restano forti dubbi circa l’effettiva “improbabilità” di commettere un errore del genere.



CAOS QATARGATE, SOSPESI FONDI PER ONG DI FIGÀ-TALAMANCA E BONINO

Per il momento gli inquirenti da Bruxelles non fanno riferimento alla possibilità che Borrell abbia realmente subito pressioni, ma il dubbio resta e il caso Qatargate rischia di allargarsi ulteriormente. Per il momento la nomina dell’ex Ministro degli Esteri Di Maio sia stata frenata ufficialmente per i dubbi del Governo Meloni in merito, le riflessioni ora da fare sul ruolo di inviato speciale nell’Ue nel Golfo Persico non possono non tener conto delle indagini sul Qatargate e sulle presunte pressioni di Panzeri su Borrell. In un’altra intercettazione mostrata dai pm belgi tra l’ex Pd Panzeri e un’altra figura al momento rimasta anonima viene fatto un paragone con il film “Ocean Eleven” (dove una banda di ladri diretta da Clooney e Brad Pitt svaligia il casinò di Las Vegas): «Ho come l’impressione – avrebbe detto l’interlocutore anonimo all’ex eurodeputato – che siamo come Ocean Eleven. Dammi due buste». Stando alla posizione degli inquirenti, Panzeri avrebbe così consegnato alla persone con cui stava parlando «alcune somme di denaro».



Mentre dunque si complica ancora di più la giù intricatissima matassa sul Qatargate, la Commissione Ue blocca ancora i fondi per la ong “No Peace Without Justice (NPWJ) di Niccolò Figà-Talamanca (arrestato ma da poco scarcerato per le medesime accuse di Panzeri & Co.) ed Emma Bonino. «NPWJ è una Ong con la quale abbiamo avuto modo di lavorare negli ultimi anni e per ora i fondi interessati per i due progetti ancora in corso allo scoppio del Qatargate restano sospesi in attesa di nuovi sviluppi legati all’indagine in corso», fanno sapere due portavoce della Commissione europea dopo la scarcerazione del responsabile della Ong direttamente coinvolta nel calderone del Qatargate. La Commissione Ue ha lavorato con la Ong dal 2006 e in tutto sono stati portati avanti 9 progetti, dei quali 7 terminati: «ne restano ancora due in corso. Si parla di 2,7 milioni di euro, di cui 1,4 non ancora pagati e in questo momento sospesi», hanno spiegato i portavoce, evidenziando che si tratta di «una decisione autonoma della Commissione europea per proteggere gli interessi finanziari del bilancio comunitario alla luce del lavoro portato avanti dalle autorità belghe».