Il processo sul Qatargate slitta: la decisione è prevista presumibilmente a giugno 2024, dopo le elezioni europee. Dopo il terremoto che ha portato il giudice istruttore Michel Claise a lasciare l’incarico, gli imputati provano ad ottenere la nullità degli atti. Così sono riusciti ad ottenere un primo risultato utile dal punto di vista politico. Nell’udienza a porte chiuse che si è tenuta ieri davanti al tribunale di Bruxelles, e che ha avviato la procedura di verifica delle indagini preliminari e dell’impianto dell’accusa, è stato deciso che tutti gli indagati avranno otto mesi di tempo, fino al 14 maggio 2024, per depositare le loro valutazioni. Solo dopo la Camera d’accusa deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare il fascicolo. A guidare la controffensiva è la difesa di Eva Kaili, la quale sostiene che la sua immunità parlamentare sia stata violata e che la polizia e i servizi di intelligence belgi abbiano agito in maniera illegale nei suoi confronti. Stando ad un documento riportato da Politico, l’immunità parlamentare di cui gode l’eurodeputata greca «è stata violata» e il procedimento penale contro di lei, pertanto, «dovrebbe essere dichiarato inammissibile».
Kaili può contare sul sostegno di Andrea Cozzolino, altro eurodeputato coinvolto nello scandalo del Qatargate, e su quello dei legali di Marc Tarabella, accusato di aver avuto un ruolo nel presunto giro di tangenti al Parlamento europeo. I legali di Kaili hanno, quindi, presentato una richiesta di «controllo legale della procedura» condotta dalla Procura federale belga, a cui segue l’esame delle accuse da parte di tre giudici indipendenti. Gli avvocati di Tarabella, invece, chiedono una verifica sul «pentimento» di Panzeri, in quanto per loro sarebbe stato fatto «fuori dalle procedure di legge». La difesa di Cozzolino punta il dito contro la «possibilità di utilizzare le intercettazioni» e ricorda che contro l’eurodeputato «non c’è il rinvenimento di somme di denaro, né in contanti, né in forma di pagamenti tracciati, ma semplicemente l’accusa di Panzeri».
QATARGATE, LA CONTROFFENSIVA DEGLI IMPUTATI
Due giorni fa i nove imputati si sono ritrovati con i loro legali davanti alla Corte d’appello del tribunale di Bruxelles. L’esame degli atti proseguirà in parallelo alle indagini preliminari, affidate al giudice istruttore Aurélie Dejaiffe. Intanto la difesa di Andrea Cozzolino ha ripreso ad attaccare l’indagine: «Sin dall’inizio abbiamo denunciato la violazione delle guarentigie parlamentari da parte dei servizi segreti stranieri, finanche non europei, che hanno intercettato deputati nell’esercizio delle loro funzioni ed esaminato le opinioni espresse e i voti dati in Aula, prima che al Parlamento fosse richiesto di revocare l’immunità ai parlamentari coinvolti», dichiarano gli avvocati Federico Conte, Dimitri De Beco e Dezio Ferraro, come riportato da La Verità. Ma c’è un’altra vicenda giudiziaria che potrebbe far vacillare, almeno a livello mediatico la strategia di Eva Kaili.
Stando a quanto riportato da Le Soir, l’eurodeputata greca è stata ascoltata dalla commissione giuridica del Parlamento europeo. La procura europea, a seguito di un’indagine dell’Ufficio europeo per la lotta antifone (Olaf), chiede la revoca dell’immunità all’eurodeputata, sospettata di aver ingannato il Parlamento europeo sulle attività dei suoi assistenti, di aver beneficiato di rimborsi per viaggi non effettuati e di aver percepito parte dello stipendio di alcuni membri del suo staff. Una vicenda che non ha legami col Qatargate, ma che può minare la difesa di Kaili, sulla cui immunità deciderà una sessione plenaria dell’Europarlamento.