FILMATI CHOC SUL QATARGATE: PRESUNTE TANGENTI IN BUSTE DI BABBO NATALE”
Non solo intercettazioni audio ma pure video sono state raccolte per mesi nella casa dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, prima che esplodesse per davvero la maxi inchiesta sul Qatargate: da questi filmati che stanno iniziando ad emergere anche sui media belgi, si scopre come uno dei 4 arrestati nelle indagini contro le presunte tangenti dal Qatar verso alcuni membri del Parlamento Ue avrebbe consegnato tangenti nascoste in buste con immagini di Babbo Natale. Le microspie che la polizia belga aveva piazzato nella sua abitazione mostrerebbero per l’appunto l’ex Pd, oggi Art-1, Antonio Panzeri consegnare soldi ricevuti via contanti dal Qatar in biglietti e buste di Natale: alcuni scambi dei “doni” avvenivano tra il politico e Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (arrestato in un primo momento salvo poi essere rilasciato dalla Procura in quanto la sua versione è stata ritenuta credibile).
In uno dei video emersi in quesi giorni si vede proprio la consegna dei “doni natalizi” nelle mani di Luca Visentini, allora numero uno del sindacato europeo ma in corsa per essere eletto, un mese dopo nel congresso di Melbourne, leader del sindacato mondiale. Ecco i fatti mostrati da Sky TG24: il 10 ottobre Visentini si presenta a casa di Panzeri a Bruxelles. Il fondatore della ong “Fight Impunity” glia avrebbe consegnato almeno tre buste con sopra Babbo Natale: «Sembriamo quelli di Ocean’s Eleven», scherzava Panzeri con il sindacalista durante lo scambio. Gli inquirenti belgi hanno poi scoperto che si trattava di 50mila euro in contanti in totale – su ammissione di Visentini – con l’ipotesi dell’accusa che vede Panzeri (per conto terzi, del Qatar?) “finanziatore” dell’ascesa di Visentini, in modo che potesse poi assicurare gli Stati finanziatori un sindacato “manovrabile”.
QATARGATE, LA DIFESA DI VISENTINI. LA MOGLIE DI PANZERI OGGI DAL GIP
Le ipotesi di questo particolare filone sul Qatargate – parallelo a quelli su Eva Kaili e Francesco Giorgi – sono gravissime e vedono fin da subito la difesa di Luca Visentini, creduta dai giudici tanto che è stato rilasciato per il momento: «Questa somma – scrive “la Repubblica” riportando la sua deposizione – consisteva in denaro sotto forma di donazione per rimborsare alcuni dei costi della mia campagna per il Congresso della Ituc (Confederazione Internazionale dei Sindacati), e l’ho trasferito come tale al Fondo di Solidarietà della Ituc, per sostenere i costi di viaggio al Congresso per i sindacati che hanno mezzi finanziari limitati o inesistenti, in conformità con le pratiche della Ituc Ho accettato questa donazione in contanti per la qualità del donatore e per il suo carattere non profit».
Il sindacalista spiega che mai gli è stato chiesto nulla in cambio di quel denaro da Panzeri: «non sono state poste condizioni di alcun tipo per questa donazione. Non è stata collegata ad alcun tentativo di corruzione, né di influenzare la mia posizione sindacale sul Qatar o su altre questioni, né di interferire con l’indipendenza dell’Ituc». La Procura di Bruxelles hanno chiesto però all’Italia di verificare nelle sedi competenti (tramite la Guardia di Finanza) se vi siano stati poi movimenti anomali sui conti che il sindacalista aveva nel nostro Paese dopo aver ricevuto le “buste” con le presunte tangenti. Ciò che però resta dirimente è il “modus operandi” di Panzeri all’interno delle varie vicende legate al Qatargate: utilizzando migliaia di intercettazioni telefoniche e le microspie piazzate in casa dai servizi segreti belgi (che indagano sul Qatargate dal luglio 2021, ndr), emerge il sospetto che il fedelissimo di Massimo D’Alema potesse pagare in contanti chi riteneva potesse essergli utile, utilizzando i fondi giunti dal Qatar. Per ora ci sono solo le ammissioni di Giorgi che ai giudici ha spiegato di essere il “gestore della cassa” di una complessa organizzazione nata in Qatar «atta a influenzare le decisioni del Parlamento Europeo»: resta dunque da capire chi prendeva quelle presunte tangenti e per farci cosa, con quali esiti e quali politiche “pro” Qatar e Marocco (e basta?) sarebbero state approvate negli ultimi anni. Maria Dolores Colleoni, moglie di Panzeri, dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee nell’udienza oggi in cui si discuterà della sua consegna al Belgio: «la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Brescia sarà presa anche sulla base di quello che dirà la moglie dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri oltre che degli elementi d’accusa contenuti nel mandato di arresto europeo», spiegano gli avvocati difensori Angelo De Riso e Nicola Colli. Se anche i giudici dovessero accogliere la richiesta di consegna non sarà immediato il trasferimento in Belgio: la difesa ha infatti cinque giorni di tempo per presentare ricorso alla Cassazione. Domani verrà invece sentita Silvia Panzeri, la figlia dell’ex europarlamentare.