L’Europarlamento ha votato a favore della revoca dell’immunità parlamentare agli eurodeputati Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, coinvolti dall’inchiesta sul Qatargate. Il voto, in seduta plenaria a Bruxelles, è avvenuto per alzata di mano. L’iter per la revoca è iniziato lo scorso 16 gennaio con l’annuncio della presidente Roberta Metsola di aver ricevuto la richiesta delle autorità competenti in Belgio nell’ambito di un’inchiesta della Procura federale belga.
“Ho chiesto la revoca dell’immunità fin dai primi giorni di questo caso per poter rispondere alle domande degli inquirenti e aiutare il sistema giudiziario a fare luce su questo caso. Per rispetto alle autorità giudiziarie e al lavoro dell’inchiesta, mi sono astenuto dal commentare le accuse della stampa”, la prima reazione di Tarabella alla revoca dell’immunità. Anche il dem Andrea Cozzolino ha preso posizione, rivendicando la sua estraneità ai fatti: “Mi difenderò in tutte le sedi, come ha già fatti innanzi alla Commissione, perché possa essere accertata la verità”, riporta l’Ansa. (Aggiornamento di MB)
TARABELLA E COZZOLINO RISCHIANO L’ARRESTO? GLI SVILUPPI SUL QATARGATE
Secondo quanto trapela dal Belgio, una volta che l’iter sulla revoca dell’immunità parlamentare sarà completato (domani 2 febbraio nella plenaria di Strasburgo, esito ormai scontato) potrebbero arrivare nuovi arresti dall’inchiesta Qatargate a Bruxelles. In particolare, specifica oggi “Il Giornale” citando fonti belghe, è Marc Tarabella a rischiare di più visto le accuse specifiche fatte dal “pentito” Pier Antonio Panzeri con il giudice titolare del fascicolo Qatargate. Quasi certo l’indagine sul conto di Andrea Cozzolino e Tarabella, entrambi membri del Partito Socialista europeo, ma secondo i pm belgi anche l’arresto è una via che non va esclusa affatto: raggiungerebbero in questo caso i primi 5 arresti del Qatargate – Kaili, Giorgi, Panzeri, Figà-Talamanca, Bellini – tutti con gli stessi capi d’accusa, ovvero corruzione-riciclaggio-associazione a delinquere.
Nei verbali di interrogatorio di Panzeri, resi dopo avere concordato con i pm la pena massima di un anno di carcere, l’ex Pd pare abbia accusato Tarabella di avergli esplicitamente chiesto finanziamenti in nero in cambio dell’appoggio agli emendamenti pro governo del Qatar sul tema Mondiali 2022. Non solo, Panzeri parla anche di consegna personale di 120-140mila in “sacchi di carta” ricevuti dallo stesso Tarabella.
QATARGATE, CORTE CHIEDE CARTE AL BELGIO SULLA COMMERCIALISTA BELLINI
Fino ad oggi il membro importante del gruppo S&D, di origini italiane, ha rifiutato ogni accusa dispendendo al mittente come “calunnie” le accuse giunte dall’ex collega Panzeri: resta da vedere però cosa decideranno i giudici del Qatargate dato che per accuse più vaghe e meno circostanziate Eva Kaili è in carcere ormai dallo scorso 9 dicembre. Tarabella, come Panzeri, ha aderito al gruppo di Articolo1 (di cui è uno dei pochissimi membri non italiani) e in queste ore viene vissuto con timore anche da altri europarlamentari di poter essere coinvolti nella lista di nomi che l’ex sindacalista sarebbe pronto a fare per illustrare il “giro di corruzione” da Qatar e Marocco.
Meno “pericolosa” invece appare la situazione per Cozzolino in quanto finora il suo nome è stato fatto “solo” da Kaili e Giorgi, quest’ultimo suo attuale assistente prima dello scoppio dello scandalo Qatargate. Intanto sembra raffreddarsi l’iter per la consegna della commercialista di famiglia Panzeri, Monica Rossana Bellini, dopo gli ultimi accadimenti giunti ieri dalla Procura di Milano. La Quinta sezione della Corte d’appello ha deciso per il rinvio istruttorio sul mandato di arresto europeo per Bellini: i giudici chiederanno attraverso il ministero della Giustizia, di poter avere ulteriori documenti da Bruxelles per ottemperare alla consegna della professionista accusata di corruzione e riciclaggio. Al momento restano le accuse formulate dal giudice del Qatargate Michel Claise ma dagli inquirenti milanesi si attendono sviluppi ulteriori per poter prendere decisione definitiva: voci da Bruxelles parlano di possibili – per ora non confermati – “salvacondotti” particolari anche per la commercialista, come già avvenuto per la moglie e figlia di Panzeri, tutto seguito dell’accordo firmato dall’ex Pd con la Procura Federale di Bruxelles.