QATARGATE, UE AVVIA REVOCA IMMUNITÀ PARLAMENTARE AD ANDREA COZZOLINO

Nel pomeriggio di oggi la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha aperto ufficialmente la procedura di revoca dell’immunità parlamentare per Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi nel gruppo dei socialisti (S&D): l’inchiesta Qatargate sarebbe alla vigilia dell’annuncio ufficiale di altri due indagati da aggiungersi ai primi 4 arrestati a novembre (Eva Kaili, Francesco Giorgi, Antonio Panzeri e Niccolò Figà-Talamanca). I nomi sono quelli già rivelati da tempo dalla stampa e dalle carte d’inchiesta del giudice di Bruxelles Michael Claise: Cozzolino e Tarabella, considerati nel “giro” di affari dell’ex Pd Antonio Panzeri, con presunte tangenti da Qatar e Marocco.



«Metsola spera di concluderla entro la plenaria di febbraio» la proceduta di revoca, fanno sapere da Bruxelles: l’iter seguito da Metsola prevede il deferimento dei due casi alla commissione Affari giuridici dell’Assemblea Ue, che è competente per la procedura. Come spiega “Il Domani”, al termine di questo iter sarà la prima volta che i nomi dei due eurodeputati socialisti sotto inchiesta sul Qatargate, verranno comunicati ufficialmente con tanto di capi di accusa ufficiali. Toccherà alla commissione prendersi carico del dossier nei prossimi giorni: i coordinatori della commissione si dovranno riunire entro questa sera per decidere il relatore del testo per la revoca dell’immunità a Cozzolino e Tarabella. L’europarlamentare Pd intanto si è dimesso da tutte le commissioni di cui era membro che avessero qualche legame con l’area di indagine del Qatargate, e ha già fatto sapere di volersi far sentire dai giudici per dare la propria versione.



GIUDICI BRESCIA: “VIA LIBERA AD ESTRAZIONE SILVIA PANZERI”

La seconda novità di giornata sul fronte Qatargate arriva però da Brescia, dove la Corte d’Appello ha dato il via libera all’estradizione in Belgio della figlia di Antonio Panzeri, Silvia. Dopo l’interlocuzione durata settimane, i giudici alla fine accolgono la richiesta della magistratura belga che in dicembre emise il mandato di arresto europeo nei confronti della figlia e della moglie di Panzeri, Maria Colleoni. Accusate di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, le due donne fino a questo momento sono ancora ai domiciliari in Italia attenendo, a questo punto, la parola ultima della Cassazione («Valuteremo il ricorso in Cassazione – spiega la difesa -, abbiamo cinque giorni di tempo»).



«Ha prevalso il principio di reciproca fiducia tra stati dell’Unione europea rispetto al diritto di difesa. Avevamo ragioni che potevano essere condivise, e invece non sono state tenute in considerazione», fanno sapere gli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, difensori di Silvia Panzeri. Sempre i legali spiegano come madre e figlia dovrebbero essere estradate nel carcere Haren, lo stesso dove è già detenuta l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili, «e non il carcere più afflittivo» dove invece si trovano Panzeri e Giorgi. Per il giudice di Bruxelles titolare dell’inchiesta Qatargate Michel Claise, la donna insieme alla madre Maria Dolores Colleoni «sarebbero pienamente consapevoli delle attività di Panzeri», a sua volta arrestato con le accuse di corruzione e riciclaggio.