Coronavirus: oltre 300 varianti individuate

I contagi da coronavirus in Italia stanno tornando a crescere tra varianti e vaccini che non ingranano, specialmente per quanto riguarda il monitoraggio dell’ultima settimana. È uno spettro che si sta abbattendo, in generale, sull’Europa, mentre il resto del mondo per ora sembra esserne ancora lontano, ma nel territorio europeo i contagi nell’ultima settimana sono aumentati dell’8%. In questo contesto, precario e preoccupane, gli esperti iniziano ad interrogarsi su quale variante si diffonderà maggiormente nelle prossime settimane.



In Italia il coronavirus e le sue varianti, ultimamente, hanno aumentato la loro incidenza sulla popolazione, raggiungendo la soglia di 441 casi ogni 100mila abitanti (la settimana scorsa erano 325), mentre l’RT è schizzato a 1,18 che è oltre il valore soglia deciso dall’ISS. Eppure, ora, il coronavirus sembra aver cambiato faccia e strategia di contagio. Negli ultimi due anni, infatti, siamo stati abituati a ceppi veri e propri (Delta, Omicron e così via) che soppiantavano il virus originale di Wuhan o il ceppo precedente, mentre ora a diventare protagoniste sono le varianti. Attualmente, infatti, esistono circa 300 varianti differenti, come riporta il Corriere della Sera, che nella maggior parte dei casi presentano mutazioni identiche, ma che sono sorte in punti, contesti o tempi completamente differenti tali da far pensare a insorgenze spontanee, con variazioni uguali.



Coronavirus e varianti: Cerberus protagonista in Europa

Tutte queste numerose varianti, difficili da tenere sotto controllo e da individuare, di coronavirus sono state chiamate dagli esperti “zuppa di varianti”. Tutte le varie mutazioni che si stanno individuando in questo periodo discendono da Omicron, fatto che fa suppore agli esperti che quella sia la più vantaggiosa in termini di sopravvivenza e contagiosità per il virus. In Italia da tempo si parla della variante Centaurus, che tuttavia sembra ancora faticare a prendere piede.

In Europa, invece, la situazione è leggermente diversa e gli esperti sembrano puntare tutto sulle varianti di coronavirus BQ1.1, chiamata online Cerberus. Si tratta di una discendente diretta di BA.5 (che resta la variante più diffusa in Italia e in Europa), ma a differenza di questa sembra avere una trasmissività decisamente maggiore, oltre ad avere anche un potenziale maggiore di evasione immunitaria (ovvero la capacità di superare le difese immunitarie della popolazione). Va anche detto, però, che Cerberus per ora rimane piuttosto rara (con appena 300 sequenze individuate in Europa, Regno Unito e Nigeria), mentre in Italia non sembra essere ancora arrivata. Dire con certezza quale sarà la prossima variante di coronavirus a diffondersi risulta, però, sempre complesso, data l’enorme imprevedibilità di questo virus che in due anni è riuscito ad adattarsi ad ogni evenienza.