David Quammen, il divulgatore scientifico conosciuto per avere “predetto” il Covid-19 come un virus proveniente da un wet-market cinese, ha preannunciato che la nuova pandemia è quella di influenza aviaria. “È più corretto parlare di panzoozia, di una pandemia, cioè, che si diffonde tra gli animali: più precisamente, tra gli uccelli. In tutto il mondo, uccelli selvatici e domestici stanno morendo, a migliaia, a milioni, a causa del nuovo virus dell’influenza H5N1: è una delle cose peggiori mai capitate a questa specie”, ha rivelato in una intervista a Il Fatto Quotidiano.



Il virus tuttavia non si limita alle specie in questione. “Ha già infettato alcuni mammiferi selvatici, come i leoni marini, i delfini, le volpi e i visoni. Con le giuste mutazioni, e se la capacità di infettare i mammiferi aumentasse appena un po’, potrebbe diventare un grande pericolo per quel mammifero chiamato Homo sapiens”. Il mondo convive con H5N1 dal 1996, ma ciò non è sufficiente per escludere i rischi di una trasmissione all’uomo. “Bastano poche mutazioni, quelle giuste, per renderlo non solo in grado di infettare gli esseri umani e ucciderli, ma di trasmettersi da una persona all’altra”.



Quammen: “Aviaria prossima pandemia”. I rischi per l’uomo

Il salto di specie, il cosiddetto spillover, sta già avvenendo, ma se esso dovesse coinvolgere l’uomo le conseguenze sarebbero drammatiche. Una pandemia di influenza aviaria, secondo David Quammen, sarebbe infatti peggiore di quella di Covid-19. “Il tasso di mortalità delle influenze aviarie, quando colpiscono gli esseri umani, si è dimostrato molto più alto di quello del Coronavirus”, ha affermato l’esperto.

Le “zone rosse” da monitorare maggiormente, per evitare che ciò avvenga senza che ci sia una pronta attenzione, sono gli allevamenti intensivi di polli. “Al momento sul pianeta ci sono 33 miliardi di polli. Sono come una grande piastra di Petri in cui l’H5N1 può replicarsi, trasmettersi e ancora replicarsi miliardi di volte: le probabilità statisti- che di sviluppare per un caso proprio quelle mutazioni che lo renderebbero altamente infettivo e letale tra noi umani, sono enormi”, ha avvertito.