E’ un documento interessante, addirittura incoraggiante, quello redatto da Bloomberg, e che prova a dare risposta al quesito che tutto il mondo si pone da ormai quasi un anno: quando finirà la pandemia di coronavirus? Nel documento, rivolto soprattutto ad un pubblico di investitori, si sviluppa un ragionamento che ha forse meno a che vedere con il lato “sanitario” della vicenda, ma che di fatto anticipa la percezione sociale e politica della pandemia, così prevedendo quando il mondo sarà pronto ad affrontare l’inizio di quello che è stato già ribattezzato “new normal“, la nuova normalità post-Covid.
Secondo il documento questo si verificherà quando per il 90% della popolazione mondiale i viaggi, l’accesso al posto di lavoro e l’indossare le mascherine non saranno più ufficialmente regolati da misure dei governi legate alla pandemia. Il punto chiave del ragionamento degli analisti di Bloomberg è il seguente: ciò avverrà non quando il coronavirus verrà definitivamente debellato, non quando anche l’ultimo focolaio verrà estinto, ma molto prima. Quando? Di fatto quando i governi, quasi ovunque, crederanno che i loro sistemi sanitari non sono più a rischio collasso a causa del coronavirus.
QUANDO FINIRA’ LA PANDEMIA? I NUMERI DA OSSERVARE
Ora c’è bisogno di fare una nuova distinzione. Nell’analisi della pandemia contano maggiormente i nuovi casi o i decessi? Sebbene molti esperti sanitari siano concordi nel dire che l’impatto dei nuovi contagi sia più importante, a livello di collettività sono i morti quelli che fanno la differenza. La domanda è: quanti morti giornalieri di coronavirus siamo disposti ad accettare per considerare la pandemia qualcosa con cui possiamo convivere? Considerando l’influenza stagionale come metro di paragone e osservando come nel 2017 (secondo la stima dell’agenzia federale Usa Centers for Disease Control and Prevention) siano morte per influenza tra le 291.000 e 646.000 persone, anche prendendo per buono il valore più alto si può dire siano decedute per questo motivo una media di 1.770 persone al giorno. C’è però da considerare che l’influenza è stagionale, e la maggior parte di quelle morti sono racchiuse in quattro mesi dell’anno: questo significa che è abbastanza frequente che in una giornata negativa possano verificarsi più di 5mila morti per influenza, sebbene di questi decessi non venga data normalmente notizia.
QUANDO FINIRA’ LA PANDEMIA? LA VARIABILE VACCINI
Tutto questo per dire cosa? Non sappiamo ancora se il picco di morti giornalieri sia stato già raggiunto: l’emergere di nuove varianti più contagiose non ci dà questa certezza. Oggi però possiamo dire che mediamente muoiono ogni giorno più di 14.000 persone a causa del coronavirus. I risultati incoraggianti provenienti da Israele, un laboratorio a cielo aperto per quanto riguarda le vaccinazioni, suggeriscono che i tassi di ospedalizzazione stanno crollando drasticamente mano a mano che più persone vengono vaccinate. A detta dell’analisi di Bloomberg, anche sulla base di questi dati di partenza, è altamente probabile che una media giornaliera di morti inferiore a quota 7000 (ovvero un calo del 50% rispetto al dato attuale) dovrebbe portare a considerare pressoché unanimemente che il mondo sta muovendo verso un regime di “new normal“. Quando accadrà tutto questo? Nelle ultime 10 settimane, solo un giorno ha visto un conteggio inferiore a quella cifra, secondo i dati compilati da Bloomberg, ma si è trattato di un’anomalia del calendario visto che il giorno successivo ha visto un record di oltre 23.000 morti.
QUANDO FINIRA’ LA PANDEMIA? LA RISPOSTA
Allora, quando usciremo dalla pandemia? Le stime ci dicono che l’1% della popolazione mondiale avrà ricevuto una prima dose di vaccino entro la fine di questa settimana e, entro l’inizio di febbraio, più persone avranno ricevuto un vaccino di quante abbiano mai avuto ufficialmente il coronavirus.
Questa, secondo Bloomberg, sarà una bella vetta dal punto di vista psicologico, ma è solo l’inizio. Il ritmo al quale i vaccini vengono somministrati aumenta rapidamente ogni giorno, e continuerà a farlo. Per la fine di febbraio si può ragionevolmente pensare che oltre il 3% della popolazione mondiale avrà ricevuto almeno una dose di vaccino, molti avranno fatto doppia dose ma, soprattutto, le fasce più a rischio saranno state immunizzate, offrendo l’agognata copertura ai sistemi sanitari. Ergo: nessuno può dire quando raggiungeremo il picco di mortalità, se a gennaio, a febbraio o a marzo, ma questo non è il punto.
Secondo gli analisti, con la distribuzione dei vaccini in atto, il punto di svolta è ormai imminente e la situazione migliorerà visibilmente all’inizio di aprile. Al più tardi entro maggio, il Covid sarà equiparabile ad una brutta influenza stagionale in termini di costi per l’umanità. A partire da giugno le restrizioni imposte dai governi in fatto di viaggi, mascherine e accessi ai posti di lavoro saranno difficilmente giustificabili nei Paesi con sistemi democratici. Sebbene gli effetti del Covid si sentiranno negli anni a venire, conclude lo studio di Bloomberg, a meno di un nuovo “Cigno Nero”, ovvero una nuova pandemia, gli ultimi 3 mesi del 2021 vedranno gli investitori liberi di analizzare i mercati senza considerare le variabili del coronavirus. Sarà probabilmente a quel punto che potremo definire conclusa, almeno socialmente, la pandemia.